AGI - La "grave crisi" aperta dall'Australia, con la cancellazione di un contratto da 66 miliardi di dollari per l'acquisto di sottomarini francesi in favore di forniture Usa, apre una "crisi grave" che "influirà sul futuro della Nato". Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, non raccoglie il ramoscello d'ulivo porto dagli Stati Uniti, che hanno espresso la "speranza" di risolvere la disputa la settimana prossima, in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Anzi, intervistato da France 2, utilizza toni durissimi e arriva a definire "ex partner" i tre Paesi neo firmatari di un'alleanza anti-cinese di cui l'Europa era stata tenuta all'oscuro. Al terzo di essi, la Gran Bretagna, sono riservate parole al vetriolo.
Le Drian spiega di aver richiamato gli ambasciatori a Washington e a Canberra ma non quello a Londra in quanto il governo Johnson non è che "la ruota di scorta" del nuovo sodalizio tripartito e Parigi è abituata al "permanente opportunismo" del Regno Unito. Le promesse di Johnson su una "amicizia speciale" tra Regno Unito si rivelano così, per Parigi, parole al vento.
"Biden come Trump, ma senza tweet"
"Quando vediamo il presidente degli Stati Uniti insieme al primo ministro australiano annunciare un nuovo accordo con Boris Johnson, la violazione della fiducia è profonda", ha aggiunto il ministro, "in una vera alleanza ci si parla, non ci si nasconde le cose, si rispetta l'altra parte ed è questo il motivi per cui questa è una vera crisi, una crisi grave, della quale la Nato dovrà tenere conto".
Usa e Australia vengono accusate da Le Drian, senza mezzi termini, di "menzogne e doppiezza". "È stata un'enorme violazione della fiducia, è stato un oltraggio", ha concluso il capo della diplomazia transalpina, che ha criticato l'unilateralismo del presidente Joe Biden, definendo il suo metodo "simile a quello di Trump ma senza tweet"
Nuovo impulso alla difesa europea
Come è apparso evidente dai toni utilizzati venerdì al vertice EuMed dal presidente francese, Emmanuel Macron, e dai suoi omologhi, a partire dal premier spagnolo Pedro Sanchez, il progetto di una difesa europea congiunta sembra aver trovato nella "crisi dei sottomarini" la scintilla per accendersi davvero. È anche a questo che si riferisce Le Drian quando afferma che la Francia "non è sola" in questa crisi che è "tutt'altro che finita".
Sarà fondamentale l'atteggiamento della Germania, che si è sempre mostrata tiepida di fronte a questa prospettiva, anche perché lo stato non eccellente delle sue forze armate la costringerebbe, in un simile contesto, a svolgere, per una volta, un ruolo di secondo piano rispetto a Francia e Italia.