AGI - Se i liberali dell'Fdp faranno o no parte della coalizione di governo nella Germania post-Merkel sarà il fattore determinante per la futura gestione dell'economia europea: ritorno all'austerità pre-Covid oppure conferma di un approccio più flessibile e dell'allentamento delle regole sui conti pubblici nazionali? Ecco perché anche l'Italia dovrebbe guardare con grande attenzione al prossimo appuntamento elettorale del 26 settembre.
In un'intervista all'Agi, Rosa Balfour, analista politica a capo del think tank Carnegie Europe, ha evidenziato che "chi vincerà ma soprattutto la coalizione che si formerà a Berlino" avranno un impatto essenziale sulle scelte di Bruxelles in tema di conti pubblici.
"Grazie alla pandemia - ha osservato - c'è stata una svolta di politica economica, in termini di rilassamento nei confronti delle regole del Patto di Stabilità. Quello che è successo con il Next generation Eu e il recovery fund è un episodio unico e ci sono molti in Europa che vorrebbero consolidarlo riformando le regole. Fra questi Paesi c'è l'Italia".
Si tratta di capire se Roma, che su questo "ha nella Francia un interlocutore privilegiato", potrà ancora contare su Berlino anche dopo il 26 settembre. "Dipenderà - ha risposto da Bruxelles il direttore di Carnegie Europe - da come andranno le elezioni e dal tipo di coalizione che si formerà. Al momento il cancelliere più probabile è il leader socialdemocratico Olaf Scholz: in passato si è mostrato a favore almeno di discutere le riforme, ma durante la campagna elettorale questo tema non è stato prioritario", e lo stesso Scholz "si è proposto come leader della continuità".
Quanto ai possibili alleati nel prossimo governo, "alla destra di Spd - ricorda Balfour - ci sono i liberali: sono assolutamente contrari a qualsiasi tipo di riforma e fanno parte del gruppo degli 'austeri' in Europa". Dall'altra parte ci sono i Verdi e la Linke, che al contrario, almeno sulla carta, "sarebbero disposti a dialogare per una potenziale riforma delle regole del patto di stabilità".
Ma anche all'interno dei partiti di sinistra, spiega ancora Rosa Balfour, le anime sono diverse, e non solo in Germania, ma anche negli altri Paesi in cui hanno vinto le elezioni, come recentemente avvenuto in Norvegia. "Ci sono partiti di sinistra europeisti ma anche partiti di sinistra che sono contro l'Europa - osserva l'analista politica - e si sta realizzando una linea di frattura nell'ampio spettro della sinistra europea, ora piu' frammentato rispetto alla fine degli anni '90. Non vedo più nessuna convergenza a sinistra, ma piuttosto un populismo di sinistra spesso anche anti europeo e una sinistra più tradizionale che arranca alla ricerca di soluzioni contro le disuguaglianze aumentate dalla globalizzazione e dalla pandemia".