AGI - L'Europarlamento ha mandato un messaggio molto chiaro alla Commissione europea e, soprattutto, ai ventisette Stati membri. Tutti devono riconoscere le unioni Lgbtq. Lo ha fatto con una risoluzione che è passata con 387 voti favorevoli, 161 contrari e 123 astensioni. Tra i contrari ci sono anche gli italiani di Lega e Fratelli d'Italia. Forza Italia ha scelto invece la strada dell'astensionismo. Ovviamente non poteva mancare la polemica politica: il Movimento cinque stelle ha accusato Lega e FdI di oscurantismo. FdI, invece, ha replicato accusando l'Ue di interferire nelle materie di competenze degli Stati membri.
Tornando alla risoluzione, viene chiesto a tutti gli Stati Ue di rimuovere tutti gli ostacoli che le persone Lgbtiq affrontano nell'esercitare i loro diritti fondamentali. In particolare, afferma che "i matrimoni o le unioni registrate formalizzate in uno Stato membro dovrebberp essere riconosciuti in tutti i Paesi Ue in maniera uniforme e che i coniugi e i partner dello stesso sesso dovrebbero essere trattati allo stesso modo delle loro controparti di sesso opposto".
A seguito della sentenza della Corte di giustizia europea "Coman & Hamilton", che ha determinato che le disposizioni "coniuge" nella direttiva sulla libera circolazione si applicano anche alle coppie dello stesso sesso, i deputati chiedono alla Commissione di intraprendere azioni di applicazione contro la Romania, poiché il governo non ha aggiornato la legislazione nazionale per riflettere questa sentenza.
Inoltre, si esortano tutti i Paesi Ue a riconoscere come genitori legali gli adulti menzionati nel certificato di nascita di un bambino. Più in generale, le famiglie arcobaleno dovrebbero disporre dello stesso diritto al ricongiungimento familiare delle coppie di sesso opposto e delle loro famiglie. E, per garantire che i bambini non diventino apolidi quando le loro famiglie si spostano tra Stati membri, le famiglie dovrebbero essere trattate allo stesso modo in tutta l'Ue. Infine, i deputati sottolineano la discriminazione affrontata dalle comunità Lgbtiq in Polonia e Ungheria e, a tal riguardo, chiedono ulteriori azioni Ue (procedure di infrazione, misure giudiziarie e strumenti di bilancio) nei confronti questi Paesi.
"Ennesimo voto oscurantista di Lega e Fratelli d’Italia. Ancora una volta quando si tratta di riconoscere i diritti dei cittadini europei si schierano con l’estrema destra e i sovranisti negando il mutuo riconoscimento delle relazioni familiari, quelle Lgbtqi incluse", ha denunciato Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “Ancora una volta la sinistra e le lobby Lgbt tentano di imporre la propria visione ideologica. L’Unione europea non ha competenza per le politiche familiari, che sono e devono rimanere prerogativa degli Stati nazionali", ha risposto il capo delegazione di Fdi-Ecr, Carlo Fidanza.