AGI - Il ministro ad interim dell'Istruzione superiore nel nuovo governo dei talebani, Abdul Baqi Haqqani, ha annunciato che alcune materie "in contrasto con la sharia" verranno eliminate dai programmi di studio nelle università.
Come riporta Tolo News, l'annuncio arriva dopo che gli Atenei e altri istituti superiori hanno riaperto una settimana fa con le classi divise per genere. "Ogni materia che sia contraria la legge islamica verrà rimossa", ha detto il ministro ad interim in conferenza stampa.
Intanto è arrivata anche la smentita sulla possibile morte del mullah Baradar, vice premier del nuovo Emirato islamico dell'Afghanistan. "Ha respinto con un messaggio vocale le illazioni sulla sua morte o su un suo grave ferimento durante uno scontro", scrive su Twitter, Suhail Shaheen, uno dei portavoce dei talebani spiegando che Baradar ha bollato il tutto come "bugie totalmente prive di fondamento".
Denuncia dell'Onu
I talebani non stanno mantenendo le promesse fatte alle donne afghane su diritti e inclusivita'. Lo ha denunciato l'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, criticando anche la violenza utilizzata dagli estremisti nei confronti dei manifestanti.
Durante la 48esima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, a Ginevra, Bachelet ha detto di essere "costernata dalle lacune del cosiddetto governo provvisorio, che non include donne" e rappresentanti delle minoranze.
"In contraddizione con le assicurazioni ricevute nelle scorse settimane in cui i talebani si sono impegnati a sostenere maggiormente i diritti delle donne, nelle ultime tre settimane quest'ultime sono state invece progressivamente escluse dalla sfera pubblica", ha aggiunto. L'Alto Commissario ha voluto rilanciare il suo appello al Consiglio dell'Onu affinche' venga istituito un "meccanismo dedicato" per monitorare costantemente la situazione dei diritti in Afghanistan.
Le posizioni di vertice del nuovo governo talebano sono infatti state assegnate ai leader chiave del movimento e alla rete Haqqani - la fazione più violenta e conservatrice. Una scelta che per Bachelet va contro i desideri della popolazione civile afghana "desiderosa di pace e stabilità in un Paese dove i lorom figli possano prosperare".
Bachelet ha anche denunciato le perquisizioni porta a porta eseguite nei confronti dei membri dell'ex governo, dei militari o di persone che hanno lavorato con le forze straniere di stanza nel Paese fino allo scorso agosto. Ha condannato, infine, anche le minacce e i tentativi di intimidire le ONG e i dipendenti delle Nazioni Unite che operano in Afghanistan.