AGI - La data del ritiro definitivo e delle evacuazioni in Afghanistan, delle truppe USA e NATO resta fissata per il martedì 31 agosto. Alla riunione del G7 ci si è confrontati sull’emergenza umanitaria, UK, Francia e Germania hanno chiesto una proroga per il ritiro, ma il presidente americano Joe Biden ha rifiutato, dicendo: "In queste ore stiamo cercando di evacuare più persone possibile dall'Afghanistan, ci saranno altri 50 voli e finiremo l'evacuazione entro il 31 agosto".
Si sta comunque lavorando per rendere permanente un coordinamento tra il G7 e il G20 sull’Afghanistan e sulle conseguenze disastrose che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane. Mario Draghi chiede di “assicurare, sin da subito, che le organizzazione internazionali abbiano accesso all'Afghanistan anche dopo la scadenza” di fine mese.
#Afghanistan e #talebani sono hashtag stabilmente trending topics sui social ormai da giorni, le voci libere dei cosiddetti “influencer” afghani, specialmente di persone che non vivono nel paese, non hanno cessato di denunciare gli abusi e le violenze dei talebani. Persone come Ayeda Shadab (293mila persone su Instagram e 440mila su Tik Tok), Nilofar Yaqoubi e Mozhdah Jamalzadah (rispettivamente con 186mila e 722mila follower su Instagram) ad esempio, non smettono di esporsi a favore di un Afghanistan democratico e libero, nonostante la resa del governo e il disimpegno dei paesi occidentali impegnati nell’area.
Today the @G7 committed to work together on the immediate evacuation effort to ensure this continues safely.
— Boris Johnson (@BorisJohnson) August 24, 2021
We also agreed we must have a shared roadmap for engaging with the Taliban that aims to preserve the progress of the last 20 years. pic.twitter.com/YciNnWYtaP
#Afghanistan, il Presidente Mario Draghi ha rivolto un appello ai leader #G7: "L’Italia reindirizzerà le risorse destinate alle forze militari afghane verso gli aiuti umanitari. Chiedo a tutti voi di unirvi a questo impegno, compatibilmente con la situazione dei vostri Paesi" pic.twitter.com/HMmFhjHBV8
— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) August 24, 2021
Sul web ci si interroga e discute su diversi focus tematici collegati all’Afghanistan, a partire dalla scelta americana di ritirarsi. Gli americani già con la presidenza Trump, avevano annunciato che si sarebbero ritirati in seguito ai colloqui di Doha, scelta confermata e attuata da Biden.
“Sono il quarto presidente a presiedere durante questa guerra, due repubblicani e due democratici: non permetterò che ce ne sarà un quinto”, ha rimarcato più volte Biden sia in campagna elettorale che durante il suo mandato presidenziale. “Prima finiamo, meglio è”.
La disapprovazione e la rabbia associate alle spiegazioni fornite dal presidente americano superano il 90%, specialmente su Twitter, piattaforma caratterizzata da un’audience particolarmente attenta ai diritti umani. Ma il trend rilevato su Twitter è diverso rispetto alle evidenze dei sondaggi fatti in questi mesi negli Stati Uniti, dove la scelta di ritirarsi dopo vent’anni di guerra incontrerebbe un gradimento più alto, nonostante la maggioranza degli americani si dice scontenta dell’attuale gestione del ritiro americano.
Bisogna trattare con i talebani? Cercare dei compromessi attraverso la mediazione? Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6* abbiamo analizzato le conversazioni inerenti la possibilità di mantenere un canale di dialogo aperto e trovare accordi: su Twitter il 94% delle conversazioni propende per il “no”, nonostante vi siano livelli di sentiment positivi associati alla parola e all’hashtag #talebani, fino al 22% all’interno dell’Afghanistan e fino al 20% in Germania.
In molti, infatti, pensano che i talebani non siano più estremisti come vent’anni fa e che terranno fede alle rassicurazioni fornite in questi primi giorni; si pensa che dopo vent’anni di presenza occidentale nel paese, comunque, nulla potrà tornare come prima. Ma l’Italia è il paese nel quale, invece la diffidenza è maggiore e il sentiment verso i talebani è più basso (12%), mentre in Afghanistan il valore di positività sale al 22%.
Il focus sull’Italia, inoltre conferma la centralità del ruolo del Presidente Mario Draghi, e una sostanziale assenza delle conversazioni con riferimenti al Ministero degli esteri e a Luigi Di Maio. Completando con un’analisi quantitativa sul numero delle conversazioni, il ritiro degli occidentali dal paese attiva un interesse nettamente maggiore negli Stati Uniti e in Inghilterra, rispetto ai paesi dell’Unione Europea: sommando le conversazioni in Francia, Germania, Spagna e Italia si arriva appena sopra il 14% del totale, meno del 18% dell’Inghilterra e del 66% degli Stati Uniti.
Infatti Boris Johnson è il leader più menzionato insieme a Biden e Mario Draghi, nonostante la sua richiesta di prorogare il ponte aereo anche oltre la deadline imposta dai talebani, sia stata respinta dagli Stati Uniti. Inoltre l’Inghilterra detiene la presidenza del G7 che comprende Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Canada, Italia, Francia e Giappone, perciò gioca un ruolo di particolare rilevanza e visibilità nella questione afghana.