AGI - Aprono una nuova crepa sul fronte dell'accoglienza dei profughi tra i Paesi della Ue le parole del premier sloveno Janez Jana, presidente di turno del Consiglio dell'Unione Europea: "L'Ue non aprirà corridoi per i migranti afghani, non permetteremo che si ripeta l'errore strategico del 2015". Il leader del Partito Democratico Sloveno, vicino alle posizioni del premier ungherese Viktor Orban, ha aggiunto: "Dobbiamo aiutare solo gli individui che ci hanno aiutato durante l'operazione Nato e quei Paesi che sorvegliano il confine esterno dell'Ue per proteggerlo completamente".
Nel dibattito interviene anche la Turchia, con una telefonata del presidente Recep Tayyip Erdogan al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. "Abbiamo ricevuto una richiesta di accogliere i dipendenti locali di una missione dell'Unione europea in Afghanistan - si legge in una nota di Ankara - Gli Stati membri non aprono le loro porte nemmeno a una piccola parte delle persone che li hanno serviti e che sono in difficoltà. Non ci si può aspettare che la Turchia si assuma la responsabilità di Paesi terzi". La Turchia ospita già circa 5 milioni di rifugiati e "non può sopportare un ulteriore peso migratorio", ha sottolineato Erdogan. Michel su Twitter ha confermato la telefonata con il leader turco con il quale ha parlato degli sviluppi in Afghanistan, definiti "una sfida comune per la Turchia e l'Ue".
Quella di Jansa non è la prima posizione di contrarietà espressa dai Paesi Ue dopo il ritorno al potere dei talebani e il tentativo disperato di fuga di coloro che non vogliono vivere sotto il regime islamico. Diversi leader europei hanno già espresso timori per un'altra ondata di profughi come quella del 2015 alimentata dalle guerre in Siria e in Libia.
Tra loro il cancelliere conservatore austriaco Sebastian Kurt, che oggi ha affermato: "Non sono dell'opinione che dovremmo accogliere altre persone". Ma la presidente della Commissione Ue Ursula Von del Leyen nei giorni scorso è stata chiara: "Il reinsediamento delle persone vulnerabili è della massima importanza. È nostro dovere morale".
Prima dell'intervento del premier sloveno, il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, oggi dal Meeting di Rimini ha parlato di "drammatica crisi afgana che riguarda anche l'Europa".
Per Sassoli: "La sconfitta dell'Occidente mette in discussione la nostra identita' nel contesto globale. Ma non possiamo diventare spettatori sconcertati e impotenti. L'indignazione diffusa tra noi, i timori legati alle scelte dei nuovi governanti, le coscienze ferite dei nostri popoli rischiano di disperdersi nell'aria senza una assunzione di responsabilità comune dell'Europa".
Le parole di Jana hanno trovato l'opposizione di diversi deponenti Pd. "La sua dichiarazione non è stata discussa, né decisa in alcuna sede europea. E contraddice clamorosamente l'impegno umanitario assunto dai leader dei principali Paesi europei", spiega Piero Frassino, presidente della Commissione Esteri della Camera.
"Chi detiene la Presidenza di turno dell'UE non ha titolo per annunciare decisioni senza aver consultato i Governi dell'Unione e la Commissione europea. Mi auguro che il Presidente del Consiglio Europeo Michel richiami immediatamente il premier sloveno ad attenersi rigorosamente ed esclusivamente alle sue titolarità". Critico anche il deputato demi Filippo Sensi: "Non sarà certo il premier sloveno a decidere se l'Europa aprirà o meno i canali umanitari per accogliere le persone dall'Afghanistan. I rovesci del populismo, i suoi rischi".