AGI - L'ultima cosa che Joe Biden avrebbe potuto immaginare era di far tornare alla mente degli americani il volto di Richard Nixon, l'uomo che aveva sognato di sconfiggere il comunismo nel sud-est asiatico e non si accorse della marcia inarrestabile dei nord vietnamiti verso Saigon. Lui aveva gia' lasciato la Casa Bianca e tocco' a Gerald Ford vedere da presidente l'evacuazione in fretta e furia dal tetto dell'ambasciata a Saigon del personale diplomatico americano, che nell'aprile del 1975 contava ben 5.000 dipendenti rimasti nel paese nonostante fossero gia' stati firmati due anni prima gli accordi di Parigi con cui Washington si impegnava a ritirare i soldati.
Era stato lo stesso presidente americano, alle prese con un interlocutore astuto che aveva gia' provveduto a spiazzare Donald Trump con un negoziato di pace segnato da continui stop and go, a esorcizzare quanto invece sta per accadere a Kabul: "I talebani non sono l'esercito nord vietnamita. Non sono comparabili con quelli sul piano delle capacita'. Non vedrete mai gente evacuata dal tetto di un'ambasciata americana in Afghanistan", disse Biden l'8 luglio scorso, in quella che potrebbe sembrare oggi una delle sue gaffe o, piu' drammaticamente, una profezia al contrario: il 15 agosto del 2021, a distanza di vent'anni dall'11 settembre che vide cadere le Torri Gemelle, somiglia al 29 aprile del 1975.
La fuga del personale diplomatico americano venne immortalata in alcune foto storiche, alcune delle quali sono state pubblicate ad aprile scorso sul sito del Museo nazionale della diplomazia americana. L'esercito nord vietnamita aveva impresso nei mesi precedenti un'accelerata impressionante all'avanzata militare, e nei mesi di marzo e aprile aveva conquistato diverse citta' del sud. Cadde, tra le altre, Da nang, la seconda piu' grande citta' del paese. Il 29 aprile truppe nord vietnamite bombardarono la base aerea di Tan Son Nhut a Saigon. Fu l'ambasciatore Graham Martin, a quel punto, a ordinare l'evacuazione: le forze armate cominciarono a trasmettere "White Christmas", segnale che la fuga era cominciata. La guerra era finita, ma cominciava un incubo: ogni presidente americano che voglia mettere mano a una guerra, sia per cominciarla che per finirla, deve ancora oggi farci i conti.