AGI - A 11 anni dal catastrofico terremoto di magnitudo 6,1 che causò più di 220 mila morti, oltre 300.000 feriti e 1,5 milioni di sfollati, Haiti è ripiombata dell'incubo. Una sisma di magnitudo 7,2 ha fatto crollare case e tremare edifici, seminando il terrore tra la gente che si è riversata in strada in un Paese che ancora non si è ripreso dal disastro del gennaio 2010. Almeno 724 i morti secondo il primo bilancio fornito dai soccorritori. Un allerta tsunami è stato diffuso e revocato poco dopo.
Il primo ministro, Ariel Henry, ha avvertito che i danni sono "enormi". L'epicentro è stato localizzato a 12 chilometri da Saint-Louis du Sud, 160 chilometri a ovest del centro della popolatissima capitale Port-au-Prince e la scossa è stata avvertita in gran parte dei Paesi caraibici. Il sisma ha danneggiato scuole e case nella penisola sud-occidentale di Haiti, secondo i tanti video diffusi on line. Jerry Chandler, capo dell'agenzia della Protezione civile, ha fatto capire che il bilancio è ancora provvisorio. Le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza di un mese e il presidente americano, Joe Biden, ha ordinato una "risposta immediata" degli Stati Uniti, con l'invio di aiuti.
Video condivisi dai residenti sui social mostrano gli sforzi disperati dei soccorritori che cercano di estrarre persone dalle macerie di edifici crollati. "Il tetto della cattedrale è crollato", ha detto un residente di Jeremie, una delle città più colpite, all'estremità occidentale del Paese. Danni ingenti sono stati segnalati nel centro della città, che è composto principalmente da case ed edifici a un piano. Gravi danni anche nella citta' di Les Cayes, dove è crollato un hotel di diversi piani. Il proprietario, l'ex senatore Gabriel Fortune, è morto: era all'interno dell'albergo impegnato in una riunione con altre tre persone, nessuna delle quali sarebbe sopravvissuta.
Il sisma del 2010 distrusse centinaia di migliaia di case, oltre a edifici amministrativi e scuole e mise fuori uso il 60 per cento del sistema sanitario. La ricostruzione del principale ospedale del Paese è ancora in corso e le organizzazioni non governative cercano di compensare le numerose carenze dello Stato. Poco più di un mese fa, un commando di uomini armati ha assassinato il presidente Jovenel Moise nella sua abitazione, scuotendo un paese che già combatteva contro la povertà, scuotendo un Paese flagellato dalla povertà, dall'imperversare di bande criminali e dal Covid.
La polizia ha annunciato l'arresto di 44 persone, tra cui 12 agenti di polizia haitiani, 18 colombiani che presumibilmente facevano parte del commando e due americani di origine haitiana. Tra gli arrestati anche il capo della scorta di Moise, coinvolto in un complotto presumibilmente organizzato da un gruppo di haitiani con legami con l'estero. Un giudice della Corte suprema, un ex senatore e un uomo d'affari sono ancora ricercati.
"Ho ordinato aiuti immediati", ha detto il presidente messicano, Andre's Manuel Lo'pez Obrador, mentre nel Paese caraibico sono gia' al lavoro 253 medici cubani inviati di recente sul posto per assistere i malati di Covid. Aiuti sono stati inviati dalla Repubblica Dominicana, e altrettanto si dicono pronti a fare il governo cileno e quello peruviano. Dal canto suo, il presidente venezuelano, Nicola Maduro, ha dato disposizioni "per coordinare tutti gli aiuti che possiamo dare ai nostri fratelli di Haiti". Un importante sostegno e' stato promesso dalla tennista giapponese Naomi Osaka, il cui padre proviene dall'isola: "Mi ferisce vedere tanta devastazione - ha scritto su Twitter - questa settimana giochero' in un torneo e devolvero' i premi in denaro all'emergenza".
Articolo aggiornato alle 17.30