AGI - Le forze regolari afghane sono impegnate in una strenua difesa delle principali città del Paese, assediate dai talebani da giorni, dopo che gli estremisti hanno preso il controllo delle aree rurali nelle ultime settimane.
Una escalation partita e maggio e coincisa con il rientro delle truppe americane, tanto che il presidente afghano, Ashraf Ghani non ha nascosto il risentimento verso gli Usa, accusati di essersi ritirati dal Paese in modo "improvviso", causando un peggioramento della situazione della sicurezza.
"La nostra situazione attuale è dovuta alla decisione (degli Usa, ndr) di ritirarsi in modo brusco", ha detto Ghani al Parlamento, aggiungendo che ha personalmente avvertito Washington sulle "conseguenze" di questa scelta. La situazione più critica si registra al momento alle porte di Kandahar (seconda città del Paese), Herat e Lashkar Gah, assedi costati la vita a centinaia di civili e decine di migliaia gli sfollati.
Le ultime notizie sugli scontri
Le novità arrivano dalla regione di Helmand, dove la situazione è peggiorata nelle ultime ore nel centro dell'area, Lashkar Gah. La prigione e il centro città sono finite sotto assedio e diversi assalti sono stati respinti dalle forze afghane e dai pochi aerei a loro disposizione.
Una regione, quella di Helmand, tradizionalmente centro della coltivazione dei papaveri da oppio, fonte di introiti per i talebani e da sempre a rischio e al centro delle campagne militari Usa e britanniche negli ultimi 20 anni, che ora rischia seriamente di ritrovarsi sotto controllo talebano. Abitanti del luogo in fuga raccontano di scambi di artiglieria pesante, black out, carenza di medicine, acqua e cibo, quartieri isolati e ospedali in seria difficoltà.
Pesante da giorni la situazione a Kandahar, città che fu la culla del movimento talebano, il cui aeroporto è finito sotto attacco lo scorso sabato notte. Un punto strategico, che consente di mantenere contatti vitali a livello logistico e militare tra Kandahar e Lashkar Gah con il resto del Paese e non solo, che per ore ha dovuto sospendere i voli sotto i colpi di mortaio. Ad Ovest invece si consuma il dramma di Herat, dove diversi attacchi talebani sono stati respinti non senza difficoltà e un costo in termini di vite umani.
Il presidente Ghani ha dichiarato che il governo aveva un piano per fermare i talebani, ma ha ammesso il fallimento della propria strategia dinanzi all'avanzata degli estremisti dei quali non ci si aspettava fossero "organizzati e con un piano" e sostenuti "da terroristi giunti da altri Paesi".
Il governo afghano è ora concentrato nella difesa delle città, la cui caduta potrebbe segnare una svolta nella situazione del Paese e certificare la decisione del ritiro Usa come uno dei più grandi fallimenti in politica estera di Washington.
Gli annunci americani
Gli Stati Uniti hanno intanto dichiarato che accoglieranno oggi altre migliaia di rifugiati afghani. "Alla luce dell'aumento della violenza dei talebani, il governo degli Stati Uniti sta lavorando per fornire accoglienza ad alcuni afghani, compresi quelli che hanno lavorato con gli Usa", si legge in una nota del Dipartimento di Stato. Il 30 luglio è arrivato negli Usa il primo volo con gli afghani che hanno lavorato a fianco e per gli Stati Uniti negli anni della guerra e che adesso cercano asilo politico per sfuggire alla vendetta degli estremisti.
Il programma di accoglienza include anche giornalisti e cooperanti che lavorano con media e Ong con sede negli Stati Uniti o progetti finanziati dagli Usa, oltre ad afghani che hanno collaborato come interpreti o in altre posizioni, ma al fianco delle forze della coalizione.
Sono circa 20 mila gli afghani che hanno lavorato per gli Stati Uniti dopo le operazioni del 2001, decise in seguito agli attentati dell'11 settembre: la gran parte di loro ha chiesto di essere portato via dopo l'apertura di un programma di visti speciali agli immigrati messo in campo dal Dipartimento di Stato. Secondo alcune stime, il numero totale delle persone portate via dall'Afghanistan potrebbe arrivare a 100 mila.