AGI - Per la prima volta nella storia della Svezia il Parlamento ha sfiduciato il primo ministro. A votare contro il socialdemocratico Stefan Lofven e il suo governo è stata l'opposizione di destra e di estrema destra, alla quale si è aggiunto il voto fondamentale del Partito della Sinistra, che ha ritirato l'appoggio esterno all'esecutivo in seguito a uno scontro sulla liberalizzazione dei prezzi degli affitti delle case di nuova costruzione.
In una conferenza stampa, Lofven ha fatto sapere che utilizzerà la settimana prevista dalla Costituzione per prendere la sua decisione: annunciare elezioni anticipate in piena estate o rassegnare le dimissioni.
In quest'ultimo caso lascerebbe al presidente del Parlamento il compito di aprire le trattative per la nascita di un nuovo governo. Uno scenario che, secondo diversi analisti, potrebbe vedere Lofven ricevere un nuovo incarico per formare l'esecutivo.
"Penso che Lofven si dimetterà per poi tentare di tornare come una fenice che rinasce dalle ceneri", dice Anders Sannerstedt, politologo all'università di Lund, sottolineando che "nessuno vuole nuove elezioni" in cui "i socialdemocratici perderebbero numerosi consensi, secondo quanto suggeriscono i sondaggi".
Dello stesso parere è il suo collega Jonas Hinnfors, dell'università di Goteborg, il quale evidenzia come Lofven sia "un ottimo negoziatore". "E' l'interesse del Paese a essere in gioco", ha aggiunto Lofven rispondendo ai giornalisti, per giustificare la decisione di prendersi la settimana di tempo.
La sfiducia è stata votata da 181 deputati su 349. A votare a favore sono stati il partito nazionalista dei Democratici Svedesi, che ha proposto la mozione di sfiducia, e la destra (partito conservatore dei moderati e cristiano-democratici), ai quali si è aggiunto il Partito della Sinistra. Arrivato al potere nel 2014, Lofven ha dimostrato negli ultimi anni una grande capacità di sopravvivenza alle crisi politiche.
Il suo secondo governo si era insediato il 21 gennaio 2019 dopo mesi di instabilità seguiti all'inconcludente esito delle elezioni del settembre 2018, quando il boom dei Democratici Svedesi aveva reso complicato costituire una maggioranza che li escludesse. Il partito socialista di Lovfen è andato al governo con i Verdi e i Liberali, un esecutivo di minoranza che aveva ricevuto l'appoggio esterno del Partito della Sinistra, in seguito diventato sempre più insofferente nei confronti delle riforme economiche di stampo liberale varate dall'esecutivo.
Il Partito della Sinistra aveva già minacciato in passato di revocare l'appoggio a Lovfen in assenza di un cambio di marcia sul fronte economico.