AGI - Mohsen Mehralizadeh, l'unico vero candidato riformista ammesso dal Consiglio dei Guardiani alle presidenziali di venerdì in Iran, ha deciso di ritirarsi all’ultimo minuto dalla corsa elettorale. Lo riferiscono le agenzie iraniane, riferendo che Mehralizadeh ha comunicato la sua decisione con una lettera al ministero dell’Interno.
L'ex governatore della provincia di Isfahan era l’unico esponente riformista in corsa
Sessantaquattro anni, ex governatore della provincia di Isfahan, Mehralizadeh era l’unico esponente riformista in lizza. Si candidava però da indipendente: il suo nome non era stato inserito nella lista del Fronte riformista, la coalizione di circa 27 partiti e gruppi i cui aspiranti presidenti sono stati tutti squalificati dal Consiglio dei Guardiani, l’organismo controllato dalla Guida Suprema che valuta l’idoneità dei candidati.
Il ritiro di Mehralizadeh fa di Abdolnaser Hemmati, 64 anni, l’unico non conservatore a correre per la poltrona di presidente. Ex governatore della Banca centrale, Hemmati è un tecnocrate moderato su cui hanno puntato parte dei riformisti e moderati, percorsi a loro volta da divisioni interne e diventati impopolari per via dell’associazione con l’attuale presidente Hassan Rohani ritenuto responsabile, in otto anni di mandato, della grave crisi economica nel Paese.
Per i sondaggi Raisi resta il favorito
Hemmati è l’unico dei sette candidati ad avere un forte background economico e ha giocato molto su questo per presentarsi come l’unico in grado di salvare il Paese dal tracollo; i sondaggi lo danno sotto il 4% mentre conferiscono al favorito, l’ultraconservatore Ebrahim Raisi, una decisa vittoria col 60% dei voti. Raisi è considerato da più parti anche come il possibile successore di Ali Khamenei come Guida Suprema, massima carica spirituale e politica dell’Iran.