AGI - Mentre è in corso a Ginevra il bilaterale tra Joe Biden e Vladimir Putin, l'Unione europea ha messo in chiaro quanto pesano economicamente le esportazioni energetiche di Mosca. Ma anche quanto la leva energetica del Cremlino sia destinata a ridursi nel corso dei prossimi due decenni. Al momento, "dalla Russia arriva il 26% delle importazioni di petrolio e il 40% delle importazioni di gas verso l'Ue".
Numeri che, a prima vista, farebbero pensare a una sudditanza energetica europea verso Mosca. Una circostanza smentita dalla Commissione europea. "La Russia dipende chiaramente dai mercati energetici 'spessi', stabili e redditizi dell'Ue: quasi due terzi delle esportazioni di petrolio dalla Russia, due terzi delle sue esportazioni di gas e circa la metà delle sue esportazioni di carbone vanno verso l'Ue, mentre solo il 27% delle sue esportazioni di petrolio e il 2% dell'export di gas va in Cina", si legge nel documento adottato oggi da Palazzo Berlaymont intitolato "Relazioni Ue-Russia: Respingere, limitare e coinvolgere".
Le nuove parole d'ordine di Bruxelles si coniugano in un avvertimento diretto a Mosca: "Le esportazioni energetiche sono fondamentali per il modello di business della Russia, dal momento che rappresentano il 60% delle sue esportazioni totali, il 40% delle sue entrate di bilancio e il 25% del suo Pil".
Insomma, "le relazioni energetiche Ue-Russia sono caratterizzate da un sostanziale grado di interdipendenza: la Russia è attualmente il primo fornitore di energia dell'Ue e l'Ue è di gran lunga la prima destinazione di esportazione di energia della Russia".
Ma qualcosa sembra destinato a cambiare, anche alla luce del Green Deal europeo. "Muovendosi con decisione verso la decarbonizzazione, la nostra indipendenza energetica crescerà ulteriormente e la dipendenza dalle forniture russe diminuirà complessivamente", sostiene con fiducia la Commissione europea.
"La Russia vedrà le sue esportazioni di prodotti energetici verso l'Ue ridursi in modo significativo entro i prossimi 10-20 anni, il che avrà inevitabilmente un impatto interno", è la previsione di Bruxelles. Le cui istituzioni fanno capire, senza troppi giri di parole, che l'autonomia strategica Ue, unita al Green Deal, rischia di ridurre ai minimi termini l'influenza di russa sul Vecchio Continente.