AGI - In Francia a cinque giorni dal primo turno delle elezioni regionali e dipartimentali aumenta la pressione sulla maggioranza del presidente Emmanuel Macron: gli ultimi sondaggi indicano crescenti consensi per il partito di estrema destra di Marine Le Pen, che per la prima volta potrebbe vincere in una regione e risulta in vantaggio in almeno 6 su 12.
Per il partito En Marche e i suoi alleati di governo il voto di domenica - con secondo turno previsto per il 27 giugno - viene considerato un test in vista delle presidenziali di aprile 2022, che già si preannunciano come un confronto diretto tra Macron e Le Pen. Le regionali e municipali sono anche il primo appuntamento elettorale dopo le fasi più acute della pandemia di Covid-19, pertanto saranno un'occasione per i francesi per premiare o sanzionare la gestione della crisi sanitaria e dei suoi risvolti socio-economici da parte dell'esecutivo.
In base agli ultimi sondaggi, nella regione Provenza Alpi Costa Azzurra, il candidato del Raggruppamento nazionale (RN), Thierry Mariani, è dato in netto vantaggio al 41% rispetto a quello di Les Republicains (LR, destra), Renaud Muselier, al 34%, e vincitore in caso di ballottaggio il 27 giugno. Anche nel Grand Est il candidato RN Laurent Jacobelli è in vantaggio rispetto al presidente di regione uscente di destra, Jean Rottner.
Il partito di Le Pen è in testa nelle intenzioni di voto nelle regioni Borgogna Franca Contea, Centro Val della Loira, Occitania. Buon risultato in vista anche nella regione Alta Francia e in Bretagna, dove storicamente il partito di estrema destra era poco votato. I numeri favorevoli al partito di Le Pen alimentano il nervosismo della maggioranza, che ha sottolineato la situazione di "confusione politica estrema" che vige in Francia e non esita ad attaccare l'estrema destra.
Per il ministro dell'Interno, Gèrald Darmanin, la vittoria RN in una regione - un primato nella storia politica ed elettorale - porterà "un segno satanico" sul territorio in questione. Il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, come Darmanin candidato nella lista della maggioranza nell'Alta Francia, ha apertamente criticato quanti "sfruttano il filone dell'insicurezza a fini politici" e ha accusato CNews di essere diventata "l'emittente di Marine Le Pen".
La destra di Les Républicains e delle altre formazioni della stessa colorazione politica appare divisa, la sinistra non è neanche in posizione di forza, il partito della France Insoumise di Jean-Luc Me'lenchon è in netto calo e gli ambientalisti sperano in crescenti consensi dopo i risultati promettenti alle elezioni europee del 2019.
Un voto dall'esito molto aperto per il quale saranno decisive le alleanze tra le varie forze politiche - soprattutto la capacità della sinistra di mobilitare gli elettori contro Le Pen al secondo turno - e dominato dall'incertezza sul tasso di affluenza alle urne, che potrebbe essere basso al primo turno, anche come conseguenza della pandemia in corso.
Tra le novità di queste attese elezioni c'è la partecipazione di liste civiche sulle quali figurano candidati provenienti da ambienti complottisti. Per il quotidiano Le Figaro, l'obiettivo ufficiale di queste iniziative è "rimettere il cittadino al centro del processo democratico", ma in realtà molti sostengono posizioni anti-vaccini contro il coronavirus e anti-mascherine.
Sui social network i candidati pubblicano slogan come "Propaganda di Stato" o "Lasciateci vivere" in riferimento alla gestione della crisi sanitaria. Molti di loro sono ex membri dei gilet gialli, mentre altri hanno cominciato a militare con l'arrivo della pandemia. Secondo i vari sondaggi locali, la maggior parte delle loro liste è data a meno dell'1 per cento.
Oltre ai presidenti delle 12 regioni, saranno eletti consiglieri regionali e dipartimentali con un mandato di 6 anni. I primi vengono scelti con un sistema elettorale misto tra voto maggioritario e proporzionale. I consiglieri dipartimentali sono eletti con voto maggioritario a due turni e in un binomio obbligatorio uomo-donna.