AGI - Gli Stati uniti hanno vietato l'importazione dei prodotti ittici di un'azienda cinese che utilizza il lavoro forzato per realizzarli.
Come informa una nota dell'Agenzia per la protezione dei confini e del commercio, sulla società cinese Dalian Ocean Fishing Company ci sono "prove credibili" del fatto che utilizzano il lavoro forzato per raccogliere frutti di mare e pesci e in particolare il tonno.
La legge Usa vieta infatti l'importazione di prodotti realizzati con il lavoro forzato: con questa decisione, si legge nella nota, si impedisce che "chi abusa dei diritti umani tragga profitto dal lavoro forzato".
"Pratiche dannose"
Inoltre, si tratta di una misura contro le "pratiche dannose" nel settore della pesca.
L'Agenzia delle Dogane e della Polizia di frontiera ha aggiunto che nel 2020 il Dipartimento per la Sicurezza Interna Usa, di cui fa parte, ha revocato più di una decina di visti a persone fisiche per pesca illegale, non dichiarata e non rispettosa delle norme, realizzata grazie al traffico di essere umani.
Al lavoro fino a 22 ore al giorno
I lavoratori di queste aziende, sottolinea l'Agenzia, "lavorano fra 18 e 22 ore al giorno in un contesto di illegalità.
Gli viene impedito di lasciare le navi nonostante la mancanza di cibo, e con l'impossibilità di comunicare e di ricevere una assistenza medica.
Sono persone che lavorano e vivono in condizioni di degrado, che subiscono abusi e coercizioni legate a debiti".