AGI- Antony Blinken è arrivato in Medio Oriente. La visita del segretario di Stato americano ha l'obiettivo di consolidare la tregua fra Israele e Hamas cominciata venerdì scorso dopo 11 giorni di fuoco incrociato.
In programma ci sono incontri a Gerusalemme con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e e Ramallah, nella Cisgiordania occupata, con il presidente palestinese Abu Mazen, che però non ha il controllo della Striscia di Gaza, dove a dirigere il territorio sono gli islamisti di Hamas
Joe Biden ha sentito più volte al telefono Abdel Fattah Al Sisi, presidente dell'Egitto. E' lui il protagonista della trama mediorientale che ha condotto al cessate il fuoco.
Nel colloquio telefono ci sono stati tutti i temi del vicino Oriente e del Mediterraneo: la stabilità nella Striscia di Gaza e un negoziato per la pace da riaprire, il dossier dell'Iraq che ha bisogno di ordine, il processo di pacificazione della Libia che passa attraverso le elezioni di dicembre con l'urgente allontanamento delle milizie al soldo di governi stranieri (leggere alla voce Turchia e Russia), il Nilo conteso, il delicato dossier sul rispetto dei diritti umani proprio in quell'Egitto che è al centro di una disputa con le autorità italiane sul caso dell'assassinio di Giulio Regeni e della prigionia di Patrick Zaky.
I due leader vanno in sidecar ma alla guida il presidente Biden preferisce lasciare il generale Al Sisi perché in questa partita la svolta è possibile solo se si ingaggiano i palestinesi e se si isola Hamas. Questo lavoro può farlo solo il presidente egiziano.
Durante il colloquio, i due leader hanno discusso "degli sviluppi della causa palestinese in termini tali da rivitalizzare il processo di pace dopo i recenti sviluppi", precisa il Cairo mentre Al Sisi su Twitter loda il presidente americano per la sua "visione perspicace e una distinta esperienza caratterizzata dal realismo in tutti i dossier, incluso quello delle relazioni bilaterali".
Il nocciolo del negoziato, per una soluzione che riprenda il filo sfibrato dei due Stati, passa per un indebolimento dell'ala militare di Hamas che ha festeggiato una "vittoria" impossibile da dichiarare davanti a una Gaza distrutta. Qui assume tutto il suo significato la frase comune di Biden e Al Sisi sulla necessità di "assicurare assistenza umanitaria urgente a coloro che ne hanno bisogno a Gaza e da destinare allo sforzo di ricostruzione in modo tale che vada a beneficio del popolo e non di Hamas".