AGI - Emergenza migranti nell'enclave spagnola di Ceuta, in Marocco: in 24 ore sono arrivati 6 mila migranti, a nuoto e a piedi, e il premier spagnolo, Pedro Sanchez è partito per seguire in prima persona il caso. "E' una "grave crisi" per la Spagna e per l'Europa, ha detto Sanchez, dopo aver annullato una viaggio che doveva fare a Parigi proprio per un vertice sull'Africa.
L'impegno del governo
Sanchez, accompagnato dal ministro dell'Interno, Fernando Grande-Marlaska, ha assicurato alla popolazione di Ceuta e dell'altra enclave di Melilla (dove sono arrivate centinaia di altri migranti) che "ristabilirà l'ordine con la massima celerità". "Saremo fermi di fronte a qualsiasi sfida, qualsiasi eventualità e in qualsiasi circostanza", ha aggiunto il premier spagnolo, "l'integrità di Ceuta come parte della nostra nazione, la nazione spagnola, la sua sicurezza e la tranquillita' dei nostri compatrioti e residenti di quell'area sono garantiti dal governo spagnolo con tutti i mezzi disponibili".
Schiereato l'esercito
Nella zona è stato dispiegato l'esercito per contenere le centinaia di persone che aspettano sull'altro lato della frontiera.
Sono già iniziati i rimpatri: il ministro per l'Inclusione, la sicurezza sociale e la migrazione, Josè Luis Escrivá, ha detto che vengono effettuati "a un ritmo significativo" e che gli accordi con il Marocco in materia di migrazione "sono molto chiari".
Secondo il governo l'arrivo massiccio nelle ultime ore non ha nulla a che fare con la decisione della Spagna di consentire che venga curato in un ospedale di Logroño il capo del Fronte Polisario, Brahim Gali. Il ministro Escrivà ha riconosciuto che quanto accaduto nelle ultime ore "non era atteso", ma ha spiegato che il fenomeno è legato alla pandemia e all'ulteriore povertà che si è verificata nei Paesi sub-sahariani. Intanto il consiglio dei ministri spagnolo ha approvato il versamento di 30 milioni di euro al Marocco per sostenerlo nel contrasto all'immigrazione illegale. Gli aiuti sono destinati a finanziare i costi di pattugliamento e vigilanza delle frontiere marittime e terrestri. Il Marocco sottolinea spesso di non avere mezzi sufficienti per contrastare i flussi migratori irregolari e chiede spesso sostegno economico. Rabat stima in 434 milioni di euro i costi annuali della lotta all'immigrazione clandestina.