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AGI - Le ostilità tra Israele e Hamas sono proseguite nella notte e nelle prime ore del mattino. I razzi lanciati dalla striscia di Gaza hanno raggiunto per la prima volta il Nord dello Stato ebraico, nella valle di Jezreel, dove hanno suonato le sirene. Allarme anche a Tel Aviv, dove migliaia di cittadini hanno dovuto cercare riparo nei rifugi.
Il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha assicurato che le operazioni continueranno finché la situazione non sarà "del tutto tranquillizzata". Nelle centinaia di operazioni degli scorsi giorni l'aviazione dello Stato ebraico ha ucciso quattro comandanti militari e decine di funzionari di Hamas. Due palazzi ritenuti basi del movimento islamista sono stati rasi al suolo.
Cina chiede "moderazione" ma soprattutto "a Israele"
La Cina condanna la violenza ed esprime "profonda preoccupazione" per l'escalation del conflitto tra israeliani e palestinesi e chiede moderazione a entrambe le parti, "specialmente a Israele". Lo ha dichiarato il rappresentante permanente della Cina alle Nazioni Unite, Zhang Jun, citato dai media cinesi.
"Gli ultimi giorni hanno visto un continuo deterioramento della situazione", ha dichiarato il diplomatico di Pechino. "L'escalation della violenza e delle tensioni a Gerusalemme Est e i gravi conflitti a Gaza hanno provocato molte perdite tra i civili. I palestinesi hanno scritto molte volte al Consiglio di Sicurezza" delle Nazioni Unite, "chiedendo di prestare attenzione e di agire".
La Cina, ha concluso, "è profondamente preoccupata per la situazione in Palestina. La Cina condanna con forza la violenza contro i civili e chiede alle parti in causa, soprattutto Israele, di esercitare moderazione
Israele arresta 82 persone (il più giovane ha 13 anni)
La polizia israeliana ha riferito di aver arrestato 82 persone coinvolte negli scontri tra arabi ed ebrei verificatisi nelle città a etnia mista nella notte. Tra i fermati ci sono anche ragazzi di 13 e 14 anni. Alcuni sospetti sono accusati di aver appiccato incendi e lanciato pietre.
In totale sono 232 le persone fermate per aver partecipato alle violenze intercomunitarie e per 116 di esse è stato prolungato lo stato di arresto. La situazione è particolarmente tesa a Lod, dove 20 persone, tra cui una donna incinta in gravi condizioni, sono state ricoverate in ospedale durante la notte.
Intensi tumulti, scrive il Times of Israel, anche a Tiberiade, dove ebrei estremisti hanno attaccato negozi e attività degli arabi. Disordini e detenzioni anche nella città araba di Kafr Kanna.
Sale a 72 il bilancio delle vittime palestinesi, 7 quelle israeliane
È salito a 72 vittime, tra cui 17 minori, il bilancio delle vittime dei raid israeliani sulla striscia di Gaza. Lo riferisce il ministero della Salute di Gaza. L'esercito israeliano sostiene che decine tra le vittime erano terroristi e che alcuni civili sono stati uccisi da razzi esplosi dentro Gaza. L'ultimo bilancio delle vittime israeliane è invece di 7 morti.
20 feriti negli scontri durante la notte
Sono almeno venti le persone rimaste ferite negli scontri avvenuti nella notte tra arabi ed ebrei nella citta' israeliana a etnia mista di Lod, dove era stato dichiarato lo stato di emergenza. Lo riferiscono al Times of Israel i funzionari dell'ospedale di Assaf Harofeh, dove è giunta in gravi condizioni una donna incinta alla trentanovesima settimana.
I medici sono riusciti a portare alla luce il bambino con successo ma la donna, che era rimasta coinvolta nei tumulti, rimane in condizioni critiche. Tra i venti feriti giunti nell'ospedale, uno riportava una ferita da arma da fuoco.
Un razzo di Hamas ha colpito un edificio residenziale nella città israeliana di Petha Tikva, causando cinque feriti e seri danni materiali. Lo riferisce il Jerusalem Post
Netanyahu: "È solo l'inizio"
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha assicurato che l'uccisione di quattro capi militari di Hamas, tra cui il comandante di brigata Bassem Issa, "è solo l'inizio". "Infliggeremo loro colpi che nemmeno immaginano", ha dichiarato Netanyahu, che ha promesso l'uso di "crescente forza".
Chevron chiude piattaforma a Tamar
La compagnia petrolifera statunitense Chevron ha annunciato la chiusura per ragioni di sicurezza della piattaforma di gas naturale di Tamar, sulla costa israeliana. Lo Stato ebraico ha assicurato che la chiusura non avrà impatto sugli approvvigionamenti energetici.
Oggi sarà presentato il piano invasione da terra di Gaza
Il comando meridionale delle forze armate israeliane presenterà nelle prossime ore al comando generale dell'esercito dello Stato ebraico un piano per l'invasione da terra della Striscia di Gaza. Lo riferisce il portavoce della Difesa israeliana, Hadai Zilberman. Il piano sarà poi sottoposto alle autorità politica perché lo prenda in considerazione.
Le forze di terra al confine con la Striscia sono già aumentate e sono state mobilitate per una potenziale incursione, tra le altre, la brigata paramilitare, la brigata di fanteria del Golan e la settima brigata corazzata
Nuovi raid aerei
L'aviazione israeliana ha effettuato nuovi raid sul territorio della striscia di Gaza dove, secondo il ministero della Sanita' locale, sono morte almeno 67 persone dall'inizio delle ostilita'. Sono invece finora sette le vittime in Israele.
Il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha assicurato che le operazioni continueranno finché la situazione non sarà "del tutto tranquillizzata". Nelle centinaia di operazioni degli scorsi giorni l'aviazione dello Stato ebraico ha ucciso quattro comandanti militari e decine di funzionari di Hamas. Due palazzi ritenuti basi del movimento islamista sono stati rasi al suolo.
Aumentano i razzi lanciati dalla Striscia
Sono circa 1.500 i razzi che sono stati lanciati da Gaza in direzione delle città israeliane da quando sono iniziate le ostilità fra Hamas e Israele. Lo ha reso noto l'esercito israeliano. Mercoledì mattina lo stesso esercito aveva spiegato che da lunedì mattina mille razzi erano stati lanciati da Gaza. Sono quindi stati circa 500 i razzi lanciati nelle ultime 24 ore.
Secondo l'esercito, 350 razzi "hanno fallito" e "centinaia" di altri sono stati intercettati dallo scudo missilistico "Iron Dome". Sette persone sono state uccise, tra cui un bambino di sei anni e un soldato, dal fuoco di razzi o missili anticarro dalla Striscia di Gaza.
L'esercito israeliano, da parte sua, ha martellato la striscia di Gaza e stava continuando i suoi attacchi giovedì mattina presto, secondo un giornalista dell'AFP sul posto. Secondo l'ultimo rapporto del ministro della salute della Striscia di Gaza, gli scontri degli ultimi giorni hanno provocato 67 morti e 388 feriti in questo impoverito territorio palestinese di due milioni di abitanti.
Questa mattina presto, le sirene hanno suonato di nuovo nella metropoli di Tel Aviv, dove i residenti si sono precipitati nei rifugi, ma anche nella Valle di Jezreel, situata nella Galilea (nord) del Paese.
Biden sente Netanhyahu
"Israele ha diritto a difendersi". Così il presidente Joe Biden, segnalando di aver parlato con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e indicando di sperare che il conflitto finisca al più presto.
Biden, inoltre, ha intenzione di nominare nelle prossime settimane l'ambasciatore americano in Israele. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, durante il briefing con i cronisti.
Blinken chiama Abu Mazen
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato di aver parlato con il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) e ha chiesto la fine del lancio di razzi dalla striscia di Gaza verso Israele.
"Ho parlato con il presidente Abbas della situazione in corso a Gerusalemme, in Cisgiordania e a Gaza. Ho espresso le mie condoglianze per la perdita della vita. Ho sottolineato la necessità di porre fine agli attacchi missilistici e di abbassare le tensioni", ha twittato il funzionario americano.
I spoke with President Abbas about the ongoing situation in Jerusalem, the West Bank and Gaza. I expressed condolences for the loss of life. I emphasized the need to end rocket attacks and deescalate tensions.
— Secretary Antony Blinken (@SecBlinken) May 13, 2021
Nessuna dichiarazione congiunta dall'Onu
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha tenuto un'altra riunione d'emergenza sul peggioramento delle ostilità tra Israele e Palestinesi, di nuovo senza concordare una dichiarazione congiunta a causa dell'opposizione degli Stati Uniti, alleato chiave di Israele, hanno detto i diplomatici.
Secondo diverse fonti, 14 dei 15 membri del Consiglio erano a favore dell'adozione di una dichiarazione congiunta volta a ridurre la tensione. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno visto la riunione del Consiglio di sicurezza come una sufficiente dimostrazione di preoccupazione, hanno detto i diplomatici all'AFP a condizione di anonimato, e non pensano che una dichiarazione "aiuterebbe a de-escalation" della situazione.
"Gli Stati Uniti sono stati attivamente impegnati nella diplomazia dietro le quinte con tutte le parti, e in tutta la regione, per cercare di ridurre la situazione. In questa fase, una dichiarazione del Consiglio sarebbe controproducente", ha detto una fonte che ha familiarità con le discussioni, parlando anche in modo anonimo.
Una nuova riunione - questa volta pubblica - potrebbe comunque tenersi entro pochi giorni."I palestinesi hanno chiesto un incontro pubblico", ha detto un diplomatico all'AFP a condizione di essere anonimo.L'obiettivo sarebbe "cercare di contribuire alla pace... e avere un Consiglio di sicurezza in grado di esprimersi e chiedere il cessate il fuoco", ha detto un altro diplomatico, sempre a condizione di anonimato.
Un tale incontro potrebbe essere organizzato già venerdì dalla Cina, che attualmente presiede il Consiglio di Sicurezza. A Washington, il capo diplomatico Antony Blinken ha annunciato che un inviato americano si recherà in Medio Oriente per cercare di calmare le tensioni tra Israele e i palestinesi.
Ma in un segno di frustrazione dopo la mossa degli Stati Uniti di bloccare una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza, quattro membri del Consiglio dall'Europa - Norvegia, Estonia, Francia e Irlanda - hanno rilasciato una propria dichiarazione congiunta. "Condanniamo il lancio di razzi da Gaza contro le popolazioni civili in Israele da parte di Hamas e di altri gruppi militanti, che è totalmente inaccettabile e deve cessare immediatamente", si legge nella dichiarazione.
"Il gran numero di vittime civili, compresi i bambini, degli attacchi aerei israeliani a Gaza, e di vittime israeliane dei razzi lanciati da Gaza, è preoccupante e inaccettabile". Per poi aggiungere: "Chiediamo a Israele di cessare le attività di insediamento, le demolizioni e gli sgomberi, anche a Gerusalemme Est
La lettera dell'ambasciatore palestinese
L'ambasciatore palestinese all'ONU Riyad Mansour ha pubblicato una lettera ai vertici dell'organizzazione mercoledì in cui li ha supplicati di "agire con immediatezza per chiedere che Israele cessi i suoi attacchi contro la popolazione civile palestinese, anche nella striscia di Gaza".
Ha anche chiesto loro di esigere che Israele "cessi tutte le altre azioni e misure illegali israeliane nei Territori Palestinesi Occupati, compresa Gerusalemme Est, compreso l'arresto dei piani per lo spostamento forzato e la pulizia etnica dei palestinesi dalla città".
Alla domanda sull'incapacità del Consiglio, l'organo incaricato della pace nel mondo, di esprimersi sugli scontri israelo-palestinesi, il portavoce dell'ONU Stephane Dujarric ha espresso la speranza di una svolta presto.
Dichiarando che c'è il desiderio che i membri del Consiglio trovino "la capacità di rilasciare una dichiarazione", ha aggiunto che "qualsiasi situazione internazionale beneficerà sempre di una voce forte e unificata del Consiglio di Sicurezza".
L'inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente Tor Wennesland aveva avvertito la riunione di mercoledì che "la situazione si è deteriorata da lunedì... c'è il rischio di una spirale di violenza", secondo una fonte diplomatica.
Durante una prima riunione di emergenza lunedì, gli Stati Uniti hanno anche rifiutato di appoggiare un testo proposto da Tunisia, Norvegia e Cina che invitava tutte le parti ad astenersi dalle provocazioni. I rinnovati lanci di razzi e i disordini nelle città miste ebraico-arabe hanno alimentato i crescenti timori che la violenza mortale tra Israele e i palestinesi possa degenerare in una guerra su larga scala.