AGI - Un razzo cinese fuori controllo sta rientrando nell'atmosfera: ora e punto di impatto precisi non sono note ma il rischio di causare danni alla Terra è "molto debole", anzi "infimo", ma non nullo, assicura la Cina. Anche gli esperti concordano che non c'è necessità di preoccuparsi troppo, ma in molti osservano che qualcosa, nella missione spaziale cinese, è andato storto.
Il razzo, che è fuori controllo da vari giorni, al momento del rientro nell'atmosfera, prevedibilmente si disintegrerà quasi totalmente; qualche detrito potrebbe cadere da qualche parte sulla Terra, ma essendo la superficie del pianeta al 70% fatta di acqua è probabile che cada in mare.
Il gigante asiatico ha messo in orbita il 29 aprile il primo modulo della sua stazione spaziale, proprio grazie al razzo vettore, il più potente e imponente in mano ai cinesi. Il vettore sta avvicinandosi alla Terra, perde gradualmente altitudine ma per ora il punto di impatto è sconosciuto.
La Cina, molto discreta sulla questione, non ha reso nota alcuna previsione sul possibile orario di rientro nell'atmosfera terrestre, dove dovrebbe disintegrarsi in maniera totale o parzialmente.
A Pechino, le autorità diplomatiche e spaziali cinesi hanno taciuto a lungo, poi finalmente hanno parlato venerdì per rassicurare: "La possibilità di causare danni alle attività dell'aviazione e al suolo è estremamente bassa", ha assicurato il portavoce del ministero degli Esteri, "e le autorità segnaleranno tempestivamente la situazione".
Le ipotesi "orarie" sul rientro
È diminuito il margine di incertezza relativo al rientro incontrollato in atmosfera del lanciatore spaziale cinese “Lunga marcia 5B” previsto per questa notte. Lo riferisce il Dipartimento della Protezione civile, dove è riunito un tavolo tecnico, sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
Al momento, le tre traiettorie che potrebbero interessare alcuni settori di nove regioni centro-meridionali italiane si collocano tra le 2 e le 7 di domenica ora italiana. Al tavolo tecnico hanno partecipato anche rappresentanti delle regioni potenzialmente interessate, per la condivisione di analisi e aggiornamenti sull’evoluzione delle operazioni con i territori e con le strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile.
Viene ricordato nella nota della Protezione civile che resta remota la probabilità che uno o più frammenti possano cadere sul nostro territorio. Tuttavia il tavolo tecnico continuerà a seguire l’evolversi della situazione attraverso i dati disponibili fino all’avvenuto impatto al suolo.
Il servizio di sorveglianza e monitoraggio dello spazio dell'Unione europea (Eusst), invece, ha fissato l'ora prevista all'alba italiana, le 04:11 (con un margine d'errore di poco superiore alle sei ore, tre ore prima e tre dopo).
La discesa del razzo
Le dimensioni dell'oggetto - che ha una massa stimata compresa tra le 17 e le 21 tonnellate e una dimensione di circa 30 metri, e la velocità con cui si sta muovendo, circa 28mila chilometri all'ora - ha fatto attivare i diversi sistemi di sorveglianza spaziale nel mondo, compreso il Pentagono ed Eusst.
Proprio il servizio di monitoraggio spaziale dell'Ue (un consorzio internazionale composto da diverse agenzie spaziali ed enti pubblici di numerosi Paesi europei) monitora da diversi giorni la sua traiettoria: i suoi sensori e radar vedono il razzo "da vicino" ogni volta che passa sopra il cielo europeo nel suo percorso orbitale; hanno confermato che sta cadendo e i dati più aggiornati sulla sua inclinazione suggeriscono che i detriti cadranno in una regione della Terra coperta dall'oceano o in aree disabitate, e che la probabilità statistica di un impatto nelle aree popolate è "bassa".
In particolare, se si guarda la traiettoria i detriti che forse resisteranno alla collisione dovrebbero cadere da qualche parte lungo il 41esimo parallelo, probabilmente nell'Atlantico, nel Pacifico o nell'Oceano indiano.
Le reazioni
Pechino tace e i media cinesi hanno dato una copertura minima all'evento quest'oggi, limitandosi a riportare le parole del portavoce della diplomazia.
Anche il Pentagono sta seguendo da vicino il razzo ma nei giorni scorsi il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, ha fatto sapere che gli Usa non hanno intenzione di disintegrarlo per impedirgli di nuocere; e ha accennato al fatto che la Cina non ha pianificato il suo lancio con sufficiente attenzione.
Anche per gli esperti, il rischio che i detriti tocchino un'area abitata esiste, ma è improbabile. Ma il fatto che una tonnellata di pezzi di metallo cada sulla Terra alla velocità di centinaia di chilometri orari non è una buona pratica.
I precedenti
Non è la prima volta, del resto: nel 2020, i detriti di un altro razzo Long March si schiantarono in una zona di villaggi della Costa d'Avorio, causando danni ma per fortuna nessun ferito. Il laboratorio spaziale Tiangong-1 si è disintegrato al rientro nell'atmosfera nel 2018, due anni dopo la cessazione delle operazioni (ma le autorità cinesi hanno sempre negato di aver perso il controllo del veicolo spaziale).
La Cina ha investito diversi miliardi di dollari nel suo programma spaziale a cui tiene molto: ha inviato il suo primo astronauta nello spazio nel 2003 e una sonda cinese è atterrata sul lato opposto della Luna nel 2019, una prima mondiale.
L'anno scorso, gli scienziati cinesi hanno riportato a terra campioni dalla Luna e hanno completato Beidu, il suo sistema di navigazione satellitare (concorrente del GPS americano). Nelle prossime settimane, prevedono di posare un piccolo robot su ruote su Marte. Inoltre, l'agenzia spaziale cinese ha annunciato l'intenzione di costruire una base sulla Luna con la Russia.