AGI - Sta su forte indignazione la pubblicazione di un video che ritrae Wayne LaPierre, il presidente della National Rifle Association (Nra), la lobby Usa delle armi da fuoco, sparare per tre volte a un elefante in Botswana senza riuscire a ucciderlo.
Il video, pubblicato dal New Yorker e da The Trace, risale al 2013 e mostra LaPierre che spara a bruciapelo al pachiderma con un fucile, ferendolo. Una guida a quel punto mostra al presidente dell'Nra dove colpire per uccidere l'animale ma LaPierre non ci riesce nemmeno con il secondo colpo e inizia a perdere la pazienza, chiedendo alle guide: "Dove mi state dicendo di sparare?".
Dopo un terzo colpo che ferisce l'elefante senza sopprimerlo, a porre fine alle sofferenze del malcapitato mammifero con un quarto proiettile è Tony Makris, conduttore di 'Under Wild Skies', il programma televisivo sponsorizzato dall'Nra per il quale era stato girato il filmato, mai trasmesso finora.
In seguito si vede Makris congratularsi con LaPierre e la moglie del presidente del'Nra, Susan, uccidere un altro elefante, mozzargli la coda e sventolandola davanti alle telecamere gridando: "Vittoria!".
All'epoca dei fatti non era illegale uccidere elefanti in Botswana, che ospita la maggiore popolazione mondiale di questi animali, pari a 130 mila capi. Il divieto di ucciderli fu istituito nel 2014 e poi revocato nel maggio 2019.
Ingrid Newkirk, presidente dell'associazione per i diritti animali Peta, ha condannato il filmato e ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di tagliare i legami con l'Nra. "Dietro le pose da macho dell'Nra ci sono piccoli uomini spaventati che pagano decine di migliaia di dollari a qualcun altro perché rintracci elefanti ai quali loro possano sparare a distanza ravvicinata e in modo inetto", ha dichiarato Newkirk in una nota.
Il portavoce dell'Nra, Andrew Arulanandam, ha replicato che l'uccisione dell'elefante allora era "del tutto permessa e condotta in accordo con tutte le regole e le norme" e ha sostenuto che questo genere di safari sono "positivi per la comunità locale e l'habitat".
Questo è solo l'ultimo scandalo a coinvolgere LaPierre e l'Nra, che lo scorso gennaio ha dichiarato bancarotta dopo essere stata accusata di cattiva gestione finanziaria, mesi dopo l'annuncio di un'inchiesta della Procura di New York mirata a sciogliere l'associazione.
LaPierre è stato poi oggetto di forti critiche per le sue reazioni alle stragi commesse con armi da fuoco negli Stati Uniti. Dopo il massacro della Stoneman Douglas High School, avvenuto in Florida nel 2018, LaPierre tenne un discorso nel quale incolpò le famiglie, le cliniche psichiatriche, l'Fbi, i media mainstream e la sinistra europea per l'attacco. "Per fermare un cattivo con una pistola ci vuole un buono con una pistola", dichiarò.