AGI - Sarebbero almeno duecento le vittime degli scontri tra oromo e amhara, i due più grandi gruppi etnici dell'Etiopia, che si sono accesi nella regione settentrionale dell'Amhara la scorsa settimana.
“Secondo le informazioni che abbiamo ricevuto dalle persone sfollate, stimiamo che almeno duecento persone potrebbero essere morte, ma dobbiamo ancora verificare il numero con esattezza”, ha detto all'agenzia di stampa Reuters, Endale Haile, capo dei difensori civici dell'Etiopia.
A giugno le elezioni
In vista delle elezioni nazionali, previste a giugno, in diverse regioni dell'Etiopia sono scoppiate violenze politiche ed etniche. Le aperture introdotte dal premier Abiy Ahmed hanno infatti incoraggiato gli esponenti degli Stati regionali, che hanno iniziato a sfidare il partito del primo ministro per garantirsi maggiori risorse e potere.
Secondo Haile, nella zona di North Shoa della regione, quasi 250.000 persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni a causa dei combattimenti, mentre tra il 20 e il 25% delle case di Ataye, città al centro degli scontri, sono state bruciate.
Nella zona speciale di Oromia, altre 78.000 persone sono rimaste sfollate nei recenti combattimenti, ha aggiunto Haile. In seguito alle violenze nella città di Ataye, Addis Abeba ha dichiarato lo stato di emergenza nella parte meridionale dello Stato di Amhara per arginare le violenze.