AGI - Almeno 82 persone sono morte all'alba per un vasto incendio che ha devastato l'ospedale per malati di Covid Ibn al-Khatib, a sud-est di Baghdad. Lo ha riferito Ali Bayati, membro della Commissione per i diritti umani del Paese, aggiungendo che 28 delle vittime erano pazienti in terapia intensiva collegati a ventilatori polmonari. I feriti sono almeno 110.
Il primo ministro, Mustafa al-Khademi ha chiesto un'indagine su questo "crimine" per accertare le responsabilità di tutte le "negligenze" e ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. "Non voglio sentire parlare di corto circuito", ha detto riferendosi ad una delle prime ipotesi circolate dopo la tragedia, mentre monta la rabbia della popolazione.
Decine di familiari e giovani indignati hanno manifestato davanti all'ospedale e in altre zone di Baghdad per protestare contro lo stato dei servizi pubblici e chiedendo le dimissioni del responsabile della Salute, Hasan Mohamed Abas. Il Parlamento ha convocato per domani una seduta straordinaria.
L'incendio si e' sviluppato dopo una esplosione "causata da un guasto in un deposito di bombole di ossigeno", hanno riferito fonti mediche, secondo le quali i feriti sono una cinquantina.
Morti per soffocamento
"La maggior parte delle persone è morta perché quando i soccorritori hanno cercato di spostarle per metterle al sicuro sono stati staccati i ventilatori. Altre sono state soffocate dal fumo", ha raccontato la fonte, assicurando che "sono state salvate 90 persone".
Le fiamme si sono subito propagate in più piani della struttura, che ha 120 posti letto ed e' interamente dedicata ai malati di Covid, a causa della "mancanza di un sistema di protezione antincendio e i controsoffitti costruiti con materiali facilmente infiammabili", ha spiegato una fonte della Protezione civile. Nella struttura c'erano anche diversi parenti dei pazienti.
I dati della pandemia
Mercoledì il numero dei contagi ha superato la soglia simbolica del milione in Iraq, il Paese arabo più colpito dalla pandemia. Il ministero della Salute ha registrato più di 15.000 decessi da quando sono state segnalate le prime infezioni, nel febbraio 2020.
I tamponi effettuati ogni giorni sono circa 40mila, su una popolazione di 40 milioni di abitanti. Piuttosto che farsi ricoverare in ospedali sovraffollati o fatiscenti, i malati che possono permetterselo usano usano spesso bombole di ossigeno nelle abitazioni.
Il governo ha lanciato la sua campagna di vaccinazioni a marzo e ha ricevuto quasi 650.000 dosi di diversi vaccini, la maggior parte frutto di donazioni, o attraverso il programma Covax. Circa 300mila persone hanno ricevuto almeno una dose ma c'e' una cospicua parte della popolazione che rifiuta di farsi vaccinare o di usare dispositivi di protezione.