AGI - L'oppositore russo, Aleksei Navalny, ha annunciato tramite un messaggio su Instagram che ha "iniziato a uscire dallo sciopero della fame" in carcere, dopo essere stato visitato da medici non del servizio penitenziario per i problemi alla schiena e alle gambe di cui soffre.
"Mi hanno già visitato due volte dei medici civili", si legge nel post dell'oppositore, che aveva iniziato lo sciopero della fame il 31 marzo per ottenere di essere visitato dai suoi medici dopo aver riportato dolori forti alla schiena e l'intorpidimento di una gamba.
"Mi hanno fatto le analisi e hanno consegnato i risultati", aggiunge Navalny ricordando che i suoi dottori di fiducia hanno lanciato un appello perché interrompesse la protesta visto che le sue richieste erano state in gran parte soddisfatte e le sue condizioni di salute sono ormai troppo gravi.
"Vi riporto apertamente le loro parole su quanto mostrano le analisi", continua il post, "tra poco tempo non avremo più nessuno da curare".
Ringraziando tutti coloro che gli hanno mostrato solidarietà in diverso modo, tra cui attivisti e cittadini che si sono uniti allo sciopero della fame, l'oppositore annuncia che continuerà a chiedere di essere visitato da dottori indipendenti perché sta "perdendo ulteriormente sensibilità a mani e piedi".
"Visti, però, i progressi e le circostanze, ho cominciato a uscire dallo sciopero della fame", conclude Navalny, "di regola ci vogliono 24 giorni e dicono che è anche più duro, per questo fatemi gli auguri di buona fortuna".
Secondo i medici, "un ulteriore digiuno può causare danni significativi alla sua salute e portare al risultato più triste: la morte".
Condannato a due anni per violazione della libertà vigilata concessa in seguito a una vecchia sentenza per frode, l'attivista - che ritiene il suo incarceramento dovuto a motivi politici - stava protestando perché in carcere gli era stato negato di essere visitato dai suoi dottori.
Navalny è stato arrestato lo scorso 17 gennaio all'aeroporto di Mosca, dopo aver trascorso sei mesi in Germania per guarire dalle conseguenze di un avvelenamento di cui l'oppositore ritiene responsabile il presidente, Vladimir Putin.