AGI - La somministrazione di AstraZeneca sarà "liberalizzata" da subito anche a Berlino, dopo quanto deciso dai tre Laender di Meclemburgo, Sassonia e Baviera: in altre parole, il siero anglo-svedese sarà messo a disposizione a tutti coloro che intendano vaccinarsi, al di là dell'età, ossia anche a chi a meno di 60 anni. Lo hanno annunciato le autorità sanitarie locali, specificando che i medici di base non dovranno più attenersi alle priorità per età e gruppi a rischio precedentemente stabilite dal governo federale.
Non solo: a partire da giugno, in tutta la Germania forse si potrà vaccinare tutti mettendo da parte le priorità per fasce d'età. Lo ha fatto capire lo stesso ministro alla Sanità tedesco, Jens Spahn, che addirittura ha detto che sarebbe "felice" se la liberalizzazione delle somministrazioni potesse avvenire "anche prima".
"Neanche una dose resti inutilizzata"
Il Meclemburgo, la Baviera e la Sassonia avevano annunciato da parte loro spiegando che "neanche una dose di siero anti-Covid dovrà restare inutilizzata". Per quanto riguarda i rari rischi di trombosi, le autorità sanitarie si sono limitate a rendere obbligatoria una apposita valutazione medica per le persone sotto i 60 anni. "Offriamo a coloro che non hanno o hanno poche riserve verso AstraZeneca di sfruttare l'occasione per farsi vaccinare", ha sottolineato il ministro alla Sanità del Land nord-orientale Harry Glawe. Il punto è superare situazioni come quella verificatasi nei centri vaccinali del Meclemburgo dove nei giorni scorsi è rimasta inutilizza una quantità sempre maggiore di dosi di AstraZeneca.
A Berlino il siero anglo-svedese viene utilizzato per le prime vaccinazioni sin dall'inizio di aprile anche dai medici di famiglia e negli studi medici specializzati. Ora si tratta di rendere le pratiche di vaccinazioni "molto più flessibili", superando lo schema che finora ha dato la precedenza agli over-70, al personale sanitario e ai gruppi a rischio, per poi estendersi ai sessantenni. Come ha detto la responsabile per la Sanità del Land di Berlino, Dilek Kalayaci, "con l'attuale ondata di contagio l'importante è immunizzare il maggior numero possibile di persone, anche con il siero di AstraZeneca".
Spahn difende la sua strategia
A quanto ha spiegato da parte sua Spahn, la possibilità di rendere più flessibile il meccanismo delle vaccinazioni dipende anche dal fatto che sono aumentate decisamente le forniture da parte delle società produttrici. Nondimeno, il ministro ha voluto difendere la strategia messa in atto finora: ha dato i suoi frutti, ha affermato Spahn, come si vede per esempio dai focolai nelle case di cure che, grazie alla massiccia vaccinazione degli ospiti anziani, sono diminuiti drasticamente, rappresentando ormai solo il 3% del totale, contro il 50% dell'anno scorso.
Stando alle indicazioni del ministero alla Salute tedesco, fino a ieri sono 17,9 milioni di persone che hanno ottenuto in Germania almeno la prima vaccinazione, ossia oltre il 21% della popolazione. Sono 5,7 milioni i tedeschi ai quali è stata somministrata anche la seconda dose, ossia il 6,9% del totale. Entro maggio almeno un tedesco su tre avrà avuto una prima dose, come riferisce sempre Spahn.
Il numero giornaliero delle vaccinazioni in Germania oscilla dalle 500 mila alle 700 mila. Nondimeno, l'associazione tedesca dei medici di famiglia chiede un'ulteriore decisa accelerazione: "Maggio dovrà essere il mese delle vaccinazioni: noi siamo in grado di vaccinare svariati milioni di persone a settimana, se sarà messo a disposizione il numero sufficiente di dosi".
Arriva anche Sputnik
Peraltro è in vista anche l'arrivo del vaccino russo Sputnik V, di cui il governatore sassone Michael Kretschmer ha annunciato l'arrivo di 30 milioni di dosi in tre mesi a partire da giugno.
In parte, il motivo della "liberalizzazione" delle vaccinazioni è legato anche alla difficolta' di abbassare la curva pandemica in Germania. Infatti, stando ai dati del Robert Koch Institut, il centro epidemiologico tedesco, sono quasi 30 mila le nuove infezioni di Covid-19 registrate nelle 24 ore, e 259 i decessi. Il numero totale delle persone che si sono ammalate di coronavirus ha superato quota 3,21 milioni.