AGI - Il ritiro degli 850 soldati italiani presenti in Afghanistan inizierà a maggio: lo ha riferito il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un'intervista al Corriere della Sera, spiegando che tutte le truppe straniere lasceranno il Paese entro metà settembre.
"Ci coordineremo con gli americani e gli altri alleati", ha sottolineato il titolare della Farnesina, "inizieremo il primo di maggio e ci aspettiamo che la logistica pesante americana sia l'ultima a partire entro l'11 settembre per facilitare le partenze".
Di Maio ha respinto le accuse di chi sostiene che così si sta lasciando l'Afghanistan ai talebani: "Non smetteremo di aiutare il Paese", ha assicurato, "i nostri progetti di cooperazione continueranno. Del resto al Qaeda è stata battuta. Osama bin Laden è morto".
Il legame Italia-Usa
Il ministro degli Esteri ha sottolineato che Roma e Washington "non sono mai state tanto vicine": "L'Italia non ha mai mutato il suo posizionamento geopolitico di fondo. I nostri governi sono sempre stati fedeli all'Alleanza atlantica", ha osservato.
"Va aggiunto che il governo di Joe Biden ha cambiato approccio rispetto alla precedente amministrazione Trump". "Questa amministrazione Usa non è certo isolazionista, siamo perfettamente allineati su questioni fondamentali come la difesa dei diritti umani o dell'ambiente", ha proseguito Di Maio.
La crisi con l'Egitto
Di contro, ha spiegato il ministro, "i nostri rapporti con l'Egitto non sono mai stati tanto bassi". "Il caso Regeni resta irrisolto, chiediamo che gli ambasciatori europei possano tornare a monitorare i processi", ha affermato Di Maio.
"Ci sono principi relativi ai diritti umani che non sono negoziabili e le decisioni del Parlamento restano sovrane", ha aggiunto a proposito della decisione di dare la cittadinanza a Patrick Zaki e il rischio paventato da alcuni di un irrigidimento del Cairo, "il tema è piuttosto bilanciare la nostra comunicazione, evitare escalation, per liberare Zaki e arrivare alla verità su Regeni".