AGI - A due anni di distanza dall'incendio Notre-Dame smette di guardare indietro e si prepara a rinascere grazie un cuore pulsante di acciaio e uomini. La cattedrale di Parigi, curata dalle ferite inferte dalle fiamme, punta con speranza al futuro, al 2024, quando tornerà a essere visitabile.
Ma se tutto questo è stato possibile, si deve anche ai super esperti chiamati al suo capezzale, tra i quali spicca la presenza di Carlo Blasi, architetto fiorentino, tra i migliori al mondo in fatto di messa in sicurezza e stabilità degli edifici monumentali.
“A dicembre abbiamo terminato la fase di stabilizzazione e con l’anno nuovo è partita la ricostruzione” racconta all’AGI Blasi, 71 anni, chiamato dal team di lavoro parigino per occuparsi della messa in sicurezza della cattedrale. "I lavori hanno subito un'accelerazione e adesso c’è grande entusiasmo. Quando abbiamo smontato i ponteggi esterni che coprivano l’edificio - prosegue - abbiamo brindato, la fine della fase più difficile. Siamo rientrati all’interno della chiesa: adesso ci sono impalcature alte 90 metri e persone che lavorano per riportare tutto allo splendore di un tempo”.
La road map, anticipa Blasi, è già definita e non prevede ritardi: “Quest’anno verranno ricostruite le volte, nel 2022 sarà il turno delle coperture del tetto e nel 2023 spazio alle pulizie interne e allo smontaggio delle strutture. Nei primi mesi del 2024 verranno limati gli ultimi dettagli e ad aprile Notre-Dame riaprirà per visite e funzioni religiose”.
Fino ad oggi la rinascita della cattedrale parigina è stata rallentata dalle impegnative operazioni di messa in sicurezza e dalle limitazioni connesse all’emergenza sanitaria. “C’era la necessità di demolire questo grosso ponteggio in cima alla chiesa che impediva l’avanzamento dei lavori – spiega l’architetto – è stato smontato tagliandolo a pezzi con gli operai sospesi e spostando i pezzi con la gru. Un lavoro molto delicato”. Senza i tubi di acciaio a frenarla, Notre-Dame rialza la testa e torna a mostrarsi come un tempo, con le due torri che corrono verso il cielo. Manca solo la guglia di legno dell’800 crollata durante l’incendio.
Ma la cattedrale, garantisce Blasi, tornerà uguale al passato: “Abbiamo tutti i disegni del progetto della guglia, anche i giornali dei lavori con tutti i dettagli, la ricostruiremo identica. Ci vuole legno di quercia, notoriamente resistente, stanno tagliando gli alberi in queste settimane”.
Sono un migliaio le querce secolari scelte dalla foresta 'Domaine de Berce', vicino a Le Mans, che saranno abbattuti. Una volta essiccati e intagliati saranno utilizzati per ricomporre il puzzle sul tetto della cattedrale, da sempre definito ‘la foresta’ proprio in virtù del corposo rivestimento in legno, e per ricostruire le navate danneggiate.
All’interno della chiesa centinaia di operai al momento lavorano con la maschera di sicurezza per sistemare le vetrate, affumicate dalla fiamme e dal piombo sciolto.
“I vetri non hanno subito gravi danni – chiarisce Blasi - ma devono essere ripuliti e sistemati, sono andati perduti solo due rosoni sulla volta, il resto è in buone condizioni. Finora abbiamo tolto le vetrate della navata e del coro”.
I lavori di ristrutturazione hanno avuto un cambio di passo nel 2021, sottolinea l’architetto fiorentino che ogni settimana fa la spola tra Firenze e Parigi per seguire i lavori sul campo: “C’è orgoglio e speranza, tutti hanno la sensazione di partecipare a un'operazione di rilevanza storica per un'opera percepita come patrimonio mondiale”.
E per il team di lavoro e tutti i francesi, la rinascita di Notre-Dame può diventare un segnale di buon auspicio per il superamento dell’emergenza sanitaria. “Come per il Covid – conclude Blasi - siamo in un momento particolare d’attesa, c’è la vaccinazione che va avanti e la ricostruzione della cattedrale, appena una volta dell'edificio sarà ricostruita, sarà un segno allo stesso tempo di ripartenza e di ritorno a una vita passata”.