AGI - Avrebbe compiuto 100 anni il 10 giugno, sua altezza reale il principe Filippo, duca di Edimburgo, conte di Merioneth, barone Greenwich, cavaliere reale del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera.
Il principe, l'unico in grado di tener testa alla regina Elisabetta II, ma anche il suo fedele alleato, è morto nel castello di Windsor, tre settimane dopo esser rimasto ricoverato per 28 giorni in ospedale per problemi legati a un'infezione e a una cardiopatia.
Il principe era stato per mesi, durante la pandemia, al castello di Windsor, insieme alla moglie che con lui ha vissuto oltre 70 anni di matrimonio. "È stato la mia forza e la mia stabilità", disse di lui la regina alla soglia dei cinquant'anni di matrimonio. Il loro in effetti è stato un matrimonio d'acciaio, che ha superato crisi politiche e famigliari, scandali e lutti cocenti.
Era il 20 novembre 1947 quando a Westminster, davanti a duemila invitati (tra i quali sei sovrani e sette regine), Elisabetta e Filippo di Mountbatten pronunciarono il sì. I primi anni di matrimonio furono lontani dai doveri reali, con la nascita dei primi due figli e il protocollo di Buckingham Palace che sembrava lontano.
Ma a venticinque anni, Elisabetta diventò la quarantaduesima sovrana britannica dai tempi di Guglielmo il Conquistatore, l'anno successivo fu incoronata in mondovisione e lui, nel 1953, divenne il principe consorte. Filippo faticò ad adattarsi ma poi è sempre rimasto accanto alla regina, dandole forza ed ispirazione.
Con 74 anni di matrimonio (di cui 68 al fianco di una regina) è stato il principe consorte più longevo della storia britannica (Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, moglie di re Giorgio III, arrivò a 62 anni e 71 giorni di matrimonio). Ed è stato anche uno dei più impegnati: presenziava a 300 eventi l'anno prima di ritirarsi a 'vita privata' nel 2017, a 96 anni compiuti.
In pubblico Filippo ha saputo camminare un passo indietro alla regina, in privato lei gli ha riconosciuto gli spazi che assicura una moglie devota. E la loro è stata una unione d'acciaio.
Nato il 10 giugno 1921 nelle famiglie reali greca e danese, era l'unico figlio maschio del principe Andrea di Grecia e della principessa danese Alice di Battenberg, bis-nipote della regina Vittoria: unico figlio maschio dopo quattro sorelle, aveva appena un anno quando arrivò in Francia su una nave britannica dopo che lo zio, il re Costantino I di Grecia, era stato costretto ad abdicare: la leggenda racconta che fu trasportato in una culla improvvisata, una cassetta da frutta. Leggenda a parte la sua non fu un'infanzia serena.
"Mia madre era malata, le mie sorelle sposate e mio padre ci aveva lasciati per andare nel sud della Francia. Dovevo solo accettarlo e andare avanti", racconterà un giorno. Ed è la sintesi di un'infanzia turbolenta e solitaria, con una famiglia andata in frantumi, la necessità di contare solo sulle sue forze e un'educazione poco ortodossa che spiega molti dei suoi comportamenti futuri.
Con suo padre, il principe Andrea di Grecia, che viveva con un'amante tra il sud della Francia e Monte Carlo e sua madre, la principessa Alice di Battenberg, ricoverata in una struttura psichiatrica tedesca dopo un esaurimento nervoso, Filippo e le sue quattro sorelle -Margarita, Theodora, Cecilia e Sophie - furono abbandonati a se stessi mentre la seconda guerra mondiale si profilava all'orizzonte.
Nell'arco di tre anni, le sorelle del principe sposarono altrettanti nobili tedeschi con stretti legami con il partito nazista. Intanto alla principessa Alice, la madre di Filippo, veniva diagnosticata la schizofrenia.
Ma non era finita perchè il destino doveva ancora accanirsi contro di lui: Cecile - la sorella che si dice fosse la sua preferita, incinta all'ottavo mese - e suo marito, il granduca Georg Donato, rimasero uccisi in un incidente aereo insieme ai loro due figli piccoli e al neonato, che probabilmente lei aveva partorito a mezz'aria, perché il loro aereo si schiantò contro una fabbrica a Ostenda in Belgio. Ai funerali, a Darmstadt, in Germania, Filippo di Grecia e Danimarca, che aveva appena 16 anni, fu fotografato accanto ai gerarchi nazisti che facevano il saluto Heil Hitler.
L'amore con Elisabetta non fu inizialmente ben visto a Corte: era un principe greco in esilio, con una fama da playboy e una famiglia filo-nazista: re Giorgio VI non lo considerava la persona giusta per la figlia. Ma Elisabetta tenne duro e Filippo rinunciò al suo passato: abbandonò il titolo greco, la sua fede ortodossa per abbracciare quella anglicana e fu naturalizzato cittadino britannico.
Una volta sposato, Filippo ha saputo stare sempre al fianco della moglie, pur insistendo per affermare alcune ambizioni personali: per esempio che si modificasse la tradizione per cui i suoi figli, Anna e Carlo, avevano solo il cognome della madre, Windsor, e non quello del padre; e con la nascita di Andrea, vinta la battaglia, il cognome della famiglia fu Mountbatten-Windsor.
Nei 65 anni 'di servizio', in apparizioni pubbliche e sotto uno stretto protocollo, il principe è stato una miniera inesauribile di battute spiritose ma anche di scivoloni clamorosi. Schietto, fin troppo, fuori dagli schemi, il consorte della regina non si è mai trattenuto e ha sempre detto quello che pensava a chiunque.
Persino Malala un giorno deve aver sorriso ad una sua battuta poco ortodossa: alla giovane pakistana, Premio Nobel per la Pace, scampata miracolosamente a un attentato talebano per il suo impegno a favore dell'istruzione femminile, disse impassibile: "I bambini nel Regno Unito vanno a scuola solo perchè i genitori non li vogliono a casa, tra i piedi".
Impertinente dunque nonostante il lignaggio. E chissà che anche la regina non si sia irritata quella volta che disse, con una riflessione sul matrimonio e la cortesia: "Quando un uomo apre la portiera alla moglie... o è una nuova auto o una nuova moglie". Devoto compagno di strada (nonostante le voci di tradimenti), Filippo si offrì come mediatore ai tempi della crisi tra il principe Carlo e Lady Diana, si impose per allontanare Sarah Ferguson, la moglie del principe Andrea, quando i suoi tradimenti divennero pubblici ed è stato spesso l'uomo ombra della Corona.
Gli ha reso omaggio il nipote, il principe Harry, che al figlio, Archie, che non ha titoli nobiliari, ha dato proprio il cognome del nonno. Il figlio dei duchi di Sussex si chiama proprio Archie Mountbatten-Windsor. filippo però, ormai anziano e provato, non è riuscito a far rientrare la crisi più grave che attraverso ora Buckingham Palace: l'addio dei Sussex, i duchi un tempo amatissimi ma ora anche molto chiacchierati.