AGI - Quattro persone sono state arrestate in Olanda con l'accusa di aver aggredito alcuni giornalisti che stavano effettuando dei servizi sulle chiese che hanno riaperto in barba alle linee guida del governo per arginare i contagi da Covid-19. Lo riferisce la polizia olandese, che è stata sommersa da critiche per aver assistito alle violenze senza intervenire.
Domenica scorsa nella città di Urk, roccaforte della Chiesa Riformata Ortodossa Olandese, un giornalista televisivo della rete PowNed è stato investito da un'auto e malmenato all'esterno di una chiesa. Tre uomini, dell'età di 35, 28 e 26 anni, sono stati arrestati per il giorno successivo l'aggressione.
La polizia aveva assistito alla scena senza intervenire e aveva poi spiegato di non aver fermato l'uomo che aveva investito il giornalista per "mantenere la pace". A Krimpen aan den Ijssel, vicino Rotterdam, è invece finito in manette un quarantatreenne, sospettato di aver preso a calci un reporter dell'emittente Rtv.
La rivolta della 'Bible Belt' olandese contro il confinamento
Parte della cosiddetta 'Bible Belt' olandese, l'area di Urk è una delle zone dei Pesi Bassi dove si sono verificate le rivolte più violente contro le restrizioni imposte per limitare la diffusione del nuovo coronavirus. Nella città, dove la maggior parte della popolazione pratica una versione estremista del calvinismo, un centro che praticava test per il Covid-19 era stato dato alle fiamme durante il primo giorno di coprifuoco.
Il governo olandese non può vietare ai fedeli di recarsi alle funzioni religiose in virtù di una legge sulla libertà di culto che impedisce alle autorità di intervenire o sanzionare quello che accade nelle chiese. L'esecutivo di Mark Rutte si è quindi limitato a sconsigliare gli assembramenti superiori alle 30 persone.
I media hanno reagito con rabbia all'inerzia dimostrata dalle forze dell'ordine. "Questi attacchi diretti al giornalismo sono inaccettabili", ha scritto in una nota l'associazione di categoria degli editori olandesi, che ha lamentato l'"attacco alla libertà di stampa". Il direttore di PowNed, Dominique Weesie, ha invece definito "insensato" il comportamento della polizia.