AGI - Dopo un anno di restrizioni pandemiche, torna negli gli americani la voglia di viaggiare. I primi segnali già si cominciano a intravedere nelle feste organizzate a Miami dai vacanzieri dello 'Spring Break' e nel diluvio di auto a noleggio che nei fine settimana lasciano le città, in particolare Washington.
I volumi di viaggio rimangono complessivamente depressi, ma superiori ai minimi toccati nell'ultimo anno. A partire dall'11 marzo, tra un milione e un milione e mezzo di persone al giorno hanno viaggiato in aereo, secondo i dati della Transportation Security Administration. Un livello che, pur essendo meno della metà del volume nel 2019, si trova ben al di sopra del momento peggiore della pandemia. Tanto che molti esponenti dell'industria dei viaggi sono ottimisti su una ripresa del settore dopo il catastrofico 2020.
"La primavera sta portando un clima più caldo e una prospettiva più luminosa per l'industria dei viaggi", ha detto Amir Eylon, presidente della società di consulenza di mercato Longwoods International. "Più veloci sono i progressi sui vaccini e sul controllo del virus, più velocemente il malconcio settore dei viaggi si riprenderà", ha aggiunto.
Gli Stati Uniti stanno somministrando 2 milioni e mezzo di dosi di vaccino al giorno. La maggioranza della popolazione è sulla buona strada per essere vaccinata entro la festa nazionale del 4 luglio, ponendo le basi per una prospettiva di viaggi molto più intensa.
Un sondaggio della Longwoods mostra che l'87% degli americani ha piani di viaggio nei prossimi sei mesi, il livello più alto dal marzo 2020 all'inizio della pandemia. E rivela che solo un terzo dei viaggiatori ora dice che il covid avrà un grande impatto sulla loro decisione di viaggiare nei prossimi sei mesi, il livello più basso in un anno".
United Airlines, a sua volta, ha annunciato giovedì che aggiungerà 26 nuove rotte tra le città del Midwest e le destinazioni costiere come Hilton Head, South Carolina e Portland, Maine. E tra le mete più desiderate c'è New York City. I dati mostrano che gli hotel della Grande Mela stanno diventando più frequentati. Il tasso di occupazione è stato del 47% per la settimana del 7 marzo, il livello più alto dal giugno 2020, secondo i dati di Str. Un dato ancora ben al di sotto dell'87% dello stesso periodo del 2019, ma ci sono chiari segni di vita nei fine settimana, tanto che sabato 13 marzo l'occupazione ha raggiunto il 61,5%. In proposito, NYC & Company prevede 36,4 milioni di visitatori nel 2021 dopo che la città ne ha avuti appena 22 milioni nel 2020 e ben 66,6 milioni nel 2019, prima della pandemia.
"I viaggi e il turismo sono l'industria più duramente colpita dalla ricaduta economica di Covid, e il danno è così grave che una più ampia ripresa economica si bloccherà se non riusciamo a far decollare i viaggi", ha detto Roger Dow, amministratore delegato di US Travel, una no-profit che rappresenta l'industria dei viaggi.
Dow ha espresso ottimismo su una ripresa dei viaggi domestici, "ma questo da solo non basterà", ha detto. "Una piena ripresa dei viaggi dipenderà dalla riapertura dei mercati internazionali e dobbiamo anche affrontare la sfida di rilanciare i viaggi d'affari". La spesa per i viaggi è scesa del 42% nel 2020 a 680 miliardi di dollari negli Stati Uniti, secondo i dati di US Travel.
Anche se gli esponenti dell'industria diventano più fiduciosi, i responsabili della salute pubblica mettono in guardia contro una ripresa troppo anticipata dell'attività. "Non è ancora il momento di viaggiare", ha detto Rochelle Walensky, capo dei Centers for Disease Control and Prevention. Preoccupazioni per i rinnovati focolai di covid hanno spinto i funzionari di Miami a promulgare il coprifuoco notturno a seguito dell'esplosione di chiassose feste organizzate dai vacanzieri dello 'Spring Break' (la paura di primavera che quest'anno va dal 9 marzo al 21 aprile) che hanno infastidito la gente del posto.