AGI - La Cina ha annunciato sanzioni contro nove personalità e quattro istituzioni britanniche. L'accusa è di aver "diffuso bugie e disinformazione" sul trattamento riservato dal governo cinese alla minoranza musulmana uigura. La decisione segna un'ulteriore escalation delle tensioni fra la Cina e i Paesi dell'Occidente e appare una misura di ritorsione contro le proteste elevate dalla Gran Bretagna, ma anche da Stati Uniti e Unione Europea, per la situazione dei diritti umani nella regione nord-occidentale cinese dello Xinjiang.
Almeno un milione di uiguri e persone di altri gruppi religiosi, per lo più musulmani, sarebbero tenuti in campi di prigionia nella regione, secondo quanto riferito dai gruppi che si battono per il rispetto dei diritti umani di queste popolazioni. Le autorità locali sono inoltre accusate di praticare la sterilizzazione delle donne e di imporre il lavoro forzato.
Fra i britannici sanzionati da Pechino, c'è Iain Duncan Smith, ex leader del partito conservatore britannico, insieme ad altri esponenti politici della Gran Bretagna.
"Il Regno Unito - ha detto il Ministero degli Esteri cinese in un comunicato - ha imposto sanzioni unilaterali su individui e istituzioni cinesi rilevanti, citando le cosiddette questioni dei diritti umani nello Xinjiang. Questa mossa, basata solo su bugie e disinformazione, viola in modo flagrante il diritto internazionale e le norme di base che regolano le relazioni internazionali, interferisce grossolanamente negli affari interni della Cina e mina gravemente le relazioni Cina-Regno Unito".
Pechino avverte quindi Londra di "non andare oltre sulla strada sbagliata". E precisa che le persone e le istituzioni britanniche sanzionate sono bandite dalla Cina - comprese Hong Kong e Macao - mentre le loro proprietà nel Paese sono congelate. Ai cittadini e alle istituzioni cinesi è inoltre vietato trattare con loro.