AGI - "L'Europa della sanità non esisteva, non è una competenza dell'Ue. Siamo riusciti a fare delle cose, ma alcuni, a ragione, ci dicono che avremmo dovuto procedere più velocemente e in maniera più incisiva". L'autocritica del presidente francese Emmanuel Macron su come sono stati gestiti i vaccini in un'intervista con La Stampa non si ferma però qui.
"Sui vaccini siamo stati troppo lenti, meno rapidi degli Stati Uniti. Non è stato un problema di coordinamento: non abbiamo capito che le cose sarebbero andate così in fretta", ammette.
Però il capo di Stato d'oltralpe rivendica che "una parte importante della ricerca sui vaccini è stata fatta in Europa. Ma gli americani hanno avuto il merito di dire, fin dall'estate 2020: non badiamo a spese e andiamo avanti. Hanno avuto più ambizioni di noi".
E questo atteggiamento, a suo avviso, assieme al "principio per cui le cose si fanno 'a qualsiasi prezzo', che noi abbiamo applicato alle misure di accompagnamento di tipo economico, loro l'hanno applicato ai vaccini e alla ricerca".
Quindi "noi abbiamo pensato che arrivare alle dosi avrebbe necessitato più tempo. Anche gli esperti lo dicevano: mai nella storia dell'umanità si era messo meno di un anno per concepire un vaccino", sostiene Macron, che conclude: "Abbiamo sognato meno degli altri. Deve essere una lezione per noi europei. Abbiamo avuto torto nel mancare di ambizione, di follia: di dire, sì, è possibile. Forse siamo stati troppo razionali".
Il presidente francese auspica che sulle riaperture dopo i lockdown imposti per il Covid ci sia "un coordinamento a livello europeo".
Il titolare dell'Eliseo ha ricordato che "quando c'è stata la crisi, si sono verificati troppi comportamenti non cooperativi. Molti Stati hanno voluto subito chiudere le frontiere, gli uni contro gli altri".
"Ora dobbiamo avere delle regole che siano comuni, per riaprire, anche le attività commerciali e il turismo. E' l'idea del certificato vaccinale, per far sì che nello spazio europeo si ricominci a circolare liberamente".
Macron ha osservato che quest'estate difficilmente tutti avranno fatto il vaccino per viaggiare, soprattutto tra i più giovani. "Un 18enne forse il primo luglio non sarà vaccinato", ha spiegato, "potrà viaggiare con un test negativo, ma bisogna applicare regole chiare e le stesse per tutti. Dobbiamo proteggerci ma riaprendo, questo significa convivere con il virus".
Le stesse regole dovrebbero valere per i turisti in arrivo dai Paesi non europei: "Nell'estate, gli Stati Uniti avranno vaccinato un'ampia parte della loro popolazione e in tanti vorranno viaggiare", ha osservato il presidente francese, "chi ha ricevuto i vaccini che l'Autorità europea ha autorizzato, come Pfizer, Moderna o AstraZeneca, e può dimostrarlo, potrà trascorrere le vacanze in Europa".