AGI - Mentre il Brasile è alle prese con una nuova pesante ondata di Covid-19, con oltre 3 mila morti al giorno, continua il braccio di ferro sul cambio di nome del leggendario stadio Maracanà a Rio de Janeiro. Cresce l’attesa per la decisione ultima del governatore, Claudio Castro, chiamato a valutare la legge approvata ad inizio mese del Parlamento dello Stato di Rio.
In base all'iniziativa legislativa, d’ora in poi il tempio del calcio brasiliano dovrebbe essere intitolato a 'Edson Arantes do Nascimento - Rei Pelé'. Da due settimane si moltiplicano critiche e polemiche da parte degli appassionati di ‘futebol’ che temono di vedere scomparire un pezzo di storia del mitico stadio, finora luogo di concordia per eccellenza. I detrattori del cambio di nome sostengono che se venisse ratificato condannerebbe all’oblio il giornalista Mario Filho, al quale lo stadio è attualmente intitolato.
Vista dall’estero, si tratta di una decisione più che comprensibile per omaggiare Pelé, oggi 80enne, ex numero 10 della Seleçao, triplo vincitore della Coppa del mondo, considerato all’unanimità come il più grande calciatore di tutti i tempi. E’ proprio a Maracanà che nel 1969 segnò il suo millesimo goal in competizione.
A scendere in campo in difesa dell’intitolazione a Filho sono stati tifosi dello storico club di calcio Fluminense, che hanno parlato di “atrocità” se il nome dello stadio venisse cambiato, suggerendo di omaggiare Pelé in un altro luogo. Per l’Associazione della stampa brasiliana, si tratterebbe di una “mutilazione”, mentre per il campione del mondo di calcio 1970 Gérson è una scelta “assurda”.
Persino la procura di Rio ha chiesto di “evitare una possibile violazione del patrimonio immateriale dei tifosi”. Il diretto interessato, Pelé, non si è espresso in merito a questo omaggio diventato così imbarazzante e polemico. Nome pressoché sconosciuto all’estero, Mario Filho è considerato una leggenda a Rio.
Appassionato di calcio e del carnevale, il talentuoso giornalista – deceduto a 58 anni nel 1966 – è stato il promotore di un calcio popolare e meticciato, esperto del pallone tondo, è all’origine di numerosi campionati locali, tra cui il torneo Rio-San Paolo, nel quale si affrontano le migliori squadre dei due Stati brasiliani.
Filho, proprietario del potente Giornale dello sport, ha coordinato una vasta campagna per far costruire lo stadio nel simbolico quartiere di Maracanà, quando il Brasile scelse di ospitare i Mondiali del 1950, ma all’epoca Rio, che era la capitale, non ne aveva uno.
In difesa della controversa legge, il suo autore, il deputato di sinistra André Ceciliano, ha spiegato che l'intitolazione a Pelé riguarda soltanto lo stadio, mentre tutto il complesso in cui si trova l'impianto sportivo, che comprende la palestra Maracanazinho, il parco acquatico Julio Delamare e la pista di atletica Celio de Barros, resterà intitolato a Mario Filho.