AGI - Migliaia di persone hanno manifestato a Istanbul per chiedere al presidente Recep Tayyip Erdogan di rivedere la sua decisione di abbandonare la Convenzione di Istanbul del 2011, il primo trattato vincolante per prevenire e combattere la violenza sulle donne.
"Fai marchia indietro, applica il trattato" scandivano le donne nel quartiere di Kadikoy sul lato asiatico di Istanbul. Molti manifestanti portavano ritratti delle donne vittime di femminicidi in Turchia e su uno c'era scritto: "Saranno le donne a vincere questa battaglia". Altre più piccole manifestazioni si sono tenute nella capitale Ankara e nella città di Smirne.
Il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul è stato bollato come "devastante" dal Consiglio d'Europa, secondo cui la decisione "compromette la protezione delle donne".
È "un cattivo segnale all'Europa, ma soprattutto alle donne turche", ha osservato il ministero degli Esteri tedesco, "un calo dei diritti preoccupante", gli ha fatto eco il segretario di Stato francese per gli affari europei, Clement Beaune.
Erdogan aveva parlato per la prima volta di abbandonare la Convenzione di Istanbul lo scorso anno, nel tentativo di mobilitare il suo elettorato conservatore di fronte alle crescenti difficoltà economiche. A spingerlo a fare il passo i gruppi conservatori e islamisti, secondo i quali il trattato, poiché difende l'uguaglianza di genere, danneggia i valori familiari "tradizionali" e, dal momento che vieta la discriminazione basata sull'orientamento sessuale, "favorisce" la comunita' Lgbt.