AGI - Sei pazienti affetti da Covid sono morti in un ospedale in Giordania a causa dell'interruzione della fornitura di ossigeno. L'increscioso episodio ha spinto il ministro della Salute del Paese arabo, Nazir Obeidat, a dimettersi, con un annuncio dato in diretta alla tv di Stato, in cui ha spiegato di ritenersi "eticamente responsabile" di quanto successo.
Il Salt General Hospital, dove sono accaduti i fatti, è un moderno centro sanitario situato a 15 chilometri a ovest di Amman. È stato aperto lo scorso agosto. L'ormai ex ministro ha spiegato che l'incidente si è verificato "perché l'ossigeno immagazzinato era finito", anche se ha assicurato che la fornitura è già stata ripristinata e "i pazienti ora lo ricevono normalmente".
Poco prima del discorso di Obeidat, l'agenzia di stampa giordana, Petra, aveva riferito che il primo ministro del Paese, Al Jasauneh, aveva ordinato alla procura di svolgere un'indagine "indipendente e trasparente", assicurando che "chiunque verra' ritenuto responsabile dovrà essere punito secondo la legge".
I decessi arrivano in un momento in cui la Giordania si trova ad affrontare l'inizio di una nuova ondata di casi da coronavirus. Mercoledì scorso, infatti, il governo di Amman aveva deciso di aumentare le restrizioni per far fronte alla risalita della curva epidemica, anticipando di tre ore il coprifuoco, sospendendo le preghiere nelle moschee il venerdì e nelle chiese la domenica, e fermando le lezioni in presenza all'interno delle università.
Secondo i dati della John Hopkins University, nelle ultime 24 ore la Giordania (10,1 milioni di abitanti) ha registrato 8.300 nuove infezioni da Covid, il numero più alto dall'inizio della pandemia, e 63 morti. L'impatto totale del virus nel Paese parla di 457.151 contagi e 5.169 morti.