AGI – Le emissioni radioattive causate dall’incidente alla centrale nucleare giapponese di Fukushima non hanno più effetti dannosi sulla salute della popolazione locale.
E’ la conclusione del Comitato scientifico dell’Onu sulle conseguenze delle emissioni radioattive (Unscear) a 10 anni del terribile incidente del marzo 2011 alla centrale nucleare di Fukushima, 220 chilometri a Nord-Est di Tokyo, successivo ad un sisma di magnitudo 9 e a uno tsunami.
Proprio da Fukushima dovrebbe partire, il prossimo 25 marzo, la staffetta dei tedofori con la torcia olimpica in vista dei Giochi estivi.
Rispetto al precedente rapporto, pubblicato nel 2013, “non è stato documentato alcun effetto dannoso per la salute degli abitanti di Fukushima che possa essere direttamente riconducibile all’esposizione alle radiazioni” ha sottolineato la presidente del Comitato Onu, Gillian Hirth. Il nuovo studio conferma a grandi linee i risultati del precedente, fornendo una valutazione più precisa e solida dei livelli e degli effetti delle radiazioni dovute all’incidente.
La catastrofe del 2011, la più grave da quella di Chernobyl nell'aprile 1986, causò la morte di almeno 19 mila persone oltre ad un aumento del numero di residenti affetti da tumori alla tiroide.
Come conseguenze delle importanti emissioni radioattive nell’aria, nelle acque e nei terreni nella zona della centrale di Fukushima, oltre 100 mila abitanti sono stati costretti a lasciare la propria abitazione.
A fine 2019 era sorta una polemica sul livello di radiazioni nucleari rilevate a Fukushima, nel punto di partenza della torcia per le Olimpiadi del 2020, poi rinviate a causa del Covid.
Greenpeace aveva allora denunciato picchi che non rendevano l’area sicura, chiedendo al governo monitoraggi costanti oltre al proseguimento delle operazioni di risanamento.
Il ministero dell’Ambiente nipponico aveva replicato che “generalmente l’area è sicura”. Il governo giapponese intende fare delle Olimpiadi una vetrina per mostrare al mondo che Fukushima si è risollevata dall’incidente nucleare.
Con questo intento il J-Village, complesso sportivo situato a circa 19 chilometri dall’impianto sinistrato, era stato scelto come punto di partenza del viaggio giapponese della torcia olimpica, come da programma iniziale nel mese di marzo 2020. Costruito anni fa per essere utilizzato dagli atleti per allenarsi, il J-Village è stato a lungo la base logistica e dei lavoratori impegnati nel controllo e nello smantellamento dei reattori nucleari di Daiichi.