AGI - Le autorità iraniane hanno rilasciato l'anglo-iraniana Nazanin Zaghari-Ratcliffe, arrestata nel 2016 per "spionaggio", al termine dei cinque anni di pena inflittale per l'accusa di cospirazione per rovesciare il regime della Repubblica islamica. Lo ha annunciato il suo avvocato, Hojjat Kermani, assicurando che è stato rimosso il braccialetto elettronico alla caviglia della donna.
Ma l'anglo-iraniana non può lasciare l'Iran perché dovrà affrontare un nuovo caso giudiziario e dovrà presentarsi in tribunale il 14 marzo, domenica prossima. Il suo legale ha spiegato che la condanna a cinque anni è terminata oggi e sono state revocate le restrizioni ai movimenti. Le autorità iraniane non hanno ancora fornito dettagli sulle nuove accuse, ma Kermani ha detto che riguardano il coinvolgimento in "attività di propaganda contro la Repubblica islamica" per la partecipazione ad una manifestazione davanti all'ambasciata iraniana a Londra nel 2009 e per una intervista rilasciata in quella occasione alla Bbc in persiano.
La studiosa, 42 anni, fu arrestata nel 2016 all'aeroporto di Teheran, mentre stava per tornare in Gran Bretagna dopo aver fatto visita alla sua famiglia in Iran. All'epoca lavorava come project manager della Thomson Reuters Foundation, un ente non-profit che promuove il progresso socio-economico, il giornalismo indipendente e lo stato di diritto.
L'anglo-iraniana, che si è sempre dichiarata innocente, era stata posta agli arresti domiciliari nel marzo 2020 a casa dei genitori a Teheran, dopo essere stata scarcerata dalla famigerata prigione di Evin a causa dell'epidemia di Covid, insieme a più di 80 mila detenuti. L'apertura di un nuovo procedimento è stata comunicata al marito, Richard Ratcliffe, britannico e padre della figlia della coppia, la piccola Gabrielle.
Il nuovo sviluppo ha scatenato l'ira del governo britannico, che ha chiesto a Teheran di liberare la donna definitivamente e di consentirle di tornare nel Regno Unito. "Il trattamento e le accuse nei suoi confronti sono intollerabili", le autorità iraniane devono permetterle di "tornare nel Regno Unito il prima possibile per ricongiungersi alla sua famiglia", ha twittato il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab.
"Accogliamo con favore la rimozione del braccialetto elettronico, ma il calvario crudele e intollerabile a cui sono costretti lei e la sua famiglia continua", ha aggiunto il ministro. Nel corso di questi anni si è ipotizzato che l'arresto dell'anglo-iraniana sia legato a un debito che il Regno Unito ha nei confronti dell'Iran da piu' di 40 anni, quando lo Shah Mohamad Reza Pahlavi acquisto' 1.500 carri armati del valore di 400 milioni di sterline che non furono mai consegnati.