AGI – Tra nove giorni va in scena una doppietta elettorale che nei palazzi del potere di Berlino sta procurando notevoli mal di testa, soprattutto in casa Cdu. In ballo, oltre a importanti governi regionali, c’è il cosiddetto “bonus Merkel” che sembra progressivamente esaurirsi, ma anche il futuro toto-cancelleria e la tenuta dei cristiano-democratici in vista delle elezioni nazionali del 26 settembre.
Sondaggi negativi per il partito della cancelliera
Le urne si apriranno domenica 14 marzo in Baden Wuerttemberg e in Renania-Palatinato: ebbene, stando ai sondaggi in ambedue i Laender si profila una sconfitta del partito di Angela Merkel.
A Stoccarda, per il “Politbarometer” del secondo canale pubblico Zdf, i Verdi – che già guidano il governo del Land sud-occidentale con Winfried Kretschmann – staccano i cristiano-democratici di ben 11 punti, arrivando al 35% contro il 24%, che per la Cdu della candidata governatrice Susanne Eisenmann rappresenta una frana di 4 punti. Distanti gli altri partiti, con l’ultradestra dell’Afd all’11%, la Spd e i liberali dell’Fdp al 10%.
La situazione appare sempre più difficile per la Cdu anche in Renania-Palatinato: qui appaiono in netta ascesa i consensi della Spd di Malu Dreyer, che nello stesso sondaggio è riuscita ad effettuare il sorpasso dei cristiano-democratici, crescendo al 33% e posizionandosi come prima forza politica del Land della Germania centrale. Anche qui la Cdu vede scivolare i propri consensi: 4 punti lasciati sul terreno, si ferma al 29%. Qui i Verdi non vanno oltre l’11%, l’Afd cresce di 2 punti al 9% e l’Fdp di 1 punto al 7%, mentre la Linke – il partito della sinistra – rischia di non andare oltre il 3% e potrebbe dunque rimanere fuori dal Landtag.
Banco di prova per il nuovo leader Laschet
Interessante è che un’eventuale coalizione Spd-Verdi raggiungerebbe il 44% dei voti, contro il 45% ottenuto nella somma di tutti gli altri partiti insieme. L’altra possibilità sarebbe, ovviamente, la continuazione dell’alleanza Spd-Fpd e Verdi, oppure una Grosse Koalition tra Spd e Cdu. Politicamente, il punto è che queste elezioni rappresentano il primo banco di prova per il nuovo leader del partito che fu di Adenauer e Kohl, ossia Armin Laschet, eletto lo scorso gennaio. A seconda del responso delle urne, si capirà che direzione può prendere la decisione sul prossimo candidato cancelliere dei cristiano-democratici, dato che Merkel ha ribadito che quello attuale è il suo ultimo mandato, dopo ben 16 anni passati alla guida del Paese.
Com’è noto, per la successione potrebbe correre anche Markus Soeder, governatore della Baviera nonché leader della Csu, il partito fratello bavarese della Cdu, molto popolare ed aperto a ipotesi “creative” come finanche un’alleanza con i Verdi a livello nazionale. Uno dei problemi in Renania-Palatinato e nel Baden Wuerttemberg è la notevole popolarità dei due governatori uscenti, la socialdemocratica Dreyer e il verde Kretschmann.
In Renania la sfida è con il candidato Christian Baldauf: ma la sua strada è in salita, considerando che qui i socialdemocratici governano da ben 30 anni. E mentre nei primi sondaggi era parso che la Cdu poteva ambire a scalzare la Spd, il vento sembra esser cambiato proprio nelle ultimissime settimane della campagna elettorale. Nel caso, il Land potrebbe ritrovarsi ad una replica di quanto accaduto nel 2016: anche allora la Cdu era stata per lungo tempo prima nei sondaggi, salvo subire la doccia fredda del sorpasso con l’apertura delle urne.
Occhi puntati su Verdi e Afd
Nel Baden Wuerttemberg ovviamente l’attenzione è tutta rivolta alla performance dei Verdi: se qui Kretschmann riuscirà a rafforzare le sue posizioni, questo da una parte rappresenterà una spinta per e ambizioni del partito ambientalista a livello nazionale (dove per i sondaggi continua ad essere la seconda forza del Paese, intorno al 20% dei consensi), dall’altra aumenterà la sua forza di pressione sugli altri partiti.
La via maestra di una continuazione dell’alleanza Verdi-Cdu non è più scontata: si discute apertamente la possibilità di una coalizione con socialdemocratici e liberali, addirittura con la sola Spd. Un tale scenario sarebbe ovviamente una debacle per la Cdu di Frau Merkel.
Gli analisti rivolgeranno una certa attenzione anche al risultato dell’Afd: ossia sulla tenuta del partito dell’ultradestra dopo che i servizi d’intelligence tedeschi l’hanno dichiarato “un caso sospetto” in quanto a estremismo di destra, con l’apertura di un’indagine che potrebbe coinvolgere militanti, iscritti e quadri. In particolare si guarderà al risultato del Baden Wuerttemberg: qui Alternative fuer Deutschland ottenne nel 2016 il suo miglior risultato in un Land occidentale, laddove in diverse realtà dell’ex Ddr è riuscita a raggiungere consensi ben superiori al 20%.
Non è escluso che la flessione nei sondaggi per la Cdu possa anche essere un riflesso del calo di popolarità registrato nel Paese del governo federale: come certificato dal “Deutschlandtrend” dell’emittente Ard, per la prima volta da oltre un anno risultano in netta discesa i consensi della cancelliera, il cui operato è oggi approvato “solo” dal 64% degli interpellati, ben cinque punti meno di febbraio.
Solo pochi mesi fa, l’ex ‘ragazza dell’Est’ poteva contare su un tasso di approvazione superiore al 74%. Se nel primo anno di pandemia la soddisfazione dei tedeschi sulla gestione della crisi da coronavirus era stata straordinariamente alta, ora si fa sentire la stanchezza per un lockdown tra i più rigidi d’Europa, così come iniziano a pesare le polemiche per la lentezza della campagna di vaccinazione. Un sentimento nel Paese che si allarga anche alla performance dei partiti: a livello nazionale la Cdu/Csu vede calare i propri consensi al 33%, il risultato più basso nel “Deutschlandtrend” dal marzo 2020. Su una cosa sono tutti d’accordo a Berlino: il lungo addio di Angela Merkel potrebbe ancora riservare delle sorprese.