AGI - L'Italia ha reagito: ricorrendo al meccanismo istituito dall'Ue, ha bloccato 250 mila dosi di AstraZeneca che erano in partenza per l'Australia. Si tratta della prima mossa del genere nell'Unione. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, l'aveva più volte chiesto al vertice dei leader dei Ventisette. "Chi non rispetta i contratti non deve poter esportare, le aziende non devono essere scusate", aveva indicato.
Nel dettaglio, dopo aver ricevuto una richiesta di esportazione da parte di AstraZeneca, "il 26 febbraio l’Italia ha inviato la proposta di non autorizzazione alla Commissione europea che ha l'ultima parola in merito. Il 2 marzo la proposta italiana di diniego dell’autorizzazione ha ricevuto il favore della Commissione europea, che mantiene un quadro aggiornato e onnicomprensivo delle richieste di esportazioni di vaccini anti Covid-19 e dei corrispondenti impegni delle case farmaceutiche assunti nel quadro dei contratti firmati e non ha obiettato alle valutazioni formulate dall’Italia", spiegano fonti diplomatiche.
"Di conseguenza, il ministero degli Affari Esteri ha provveduto ad emanare formalmente il provvedimento di diniego all’esportazione, lo stesso giorno in cui la Commissione ha informato l’Italia che concordava con il provvedimento in oggetto", aggiungono le stesse fonti.
Il blocco italiano all’esportazione in Australia delle 250 mila dosi è motivato, innanzitutto, dal fatto che il Paese destinatario sia ritenuto "non vulnerabile". Nelle ultime 24 ore l'Australia ha registrato appena undici casi di Covid; al momento ci sono 20 persone ricoverate, di cui una in terapia intensiva. Guardando ai numeri complessivi, i contagi totali sono 29.007 e i decessi 909. Con una popolazione di 25 milioni di abitanti, l'Australia ha ordinato oltre 100 milioni di dosi, di cui 53 milioni da AstraZeneca.
Inoltre, a convincere Roma a dire no alla richiesta di export è stato anche il "permanere della penuria di vaccini nell’Ue e in Italia e dei ritardi nelle forniture dei vaccini anti-Covid-19 da parte dell'azienda farmaceutica anglosvedese. Infine, lo stop è motivato anche dall’elevato numero di dosi di vaccino oggetto della richiesta di autorizzazione all’esportazione (oltre 250 mila) rispetto alla quantità di dosi finora fornite all’Italia, e più in generale, ai Paesi dell’Ue.
Finora, secondo gli ultimi dati della Commissione europea, sono state autorizzate 174 richieste di esportazione verso 30 Paesi extra-Ue. E solo una è stata rifiutata.