AGI - Facebook ha bandito tutti i profili legati alla giunta militare che ha rovesciato il governo civile in Myanmar. Lo ha annunciato la compagnia, che ha menzionato l'uccisione di alcuni manifestanti come ragione del blocco.
La misura, che ha effetto immediato, riguarda tutte le entità legate al regime e all'esercito birmano ed è valida anche per i profili Instagram. A tutte le "entità commerciali legate ai militari" è stato inoltre vietato di fare pubblicità su entrambe le piattaforme. Lo scorso weekend era stata bandita una pagina di notizie legata alla giunta.
"Gli eventi successivi al 1 febbraio, compreso l'uso di forza letale, hanno fatto sorgere la necessità di questo blocco", si legge in una nota della compagnia, "riteniamo che i rischi del consentire a Tatmadaw (l'esercito birmano, nda) l'utilizzo di Facebook e Instagram siano troppo grandi".
La giunta nei giorni scorsi ha utilizzato Facebook per portare avanti la tesi che il colpo di Stato è stato giustificato da presunti brogli elettorali commessi da Aung San Suu Kyi, la leader de facto del Paese, arrestata insieme ad altre centinaia di politici.
Nel 2018 il leader della giunta militare, Min Aung Hlaing, e altri alti ufficiali dell'esercito erano stati banditi dalla piattaforma in seguito alla repressione che aveva costretto 750 mila membri della minoranza musulmana rohingya a lasciare il Paese e rifugiarsi in Bangladesh.