AGI - Un giovane indiano ha avvelenato tre ragazze appartenenti alla casta più bassa (i "dalit", o "paria") dopo essere stato respinto dalla maggiore, 17 anni, l'unica sopravvissuta. Le altre due, entrambe sue parenti, di 14 e 15 anni, sono invece decedute.
Il delitto è avvenuto nel villaggio di Bahuhara, nello Stato dell'Uttar Pradesh. La polizia locale ha spiegato che l'assassino, un ventottenne, si era dichiarato nel giorno di San Valentino alla giovane, che non aveva però accettato la sua corte. Due giorni dopo, l'uomo si era recato con un amico per incontrare le tre ragazze, alle quali aveva offerto cibo e acqua avvelenata con un pesticida.
Le fanciulle erano state poco dopo ritrovate prive di sensi, con mani e piedi legati con i loro stessi vestiti. Per le più giovani non c'era ormai più nulla da fare ma la maggiore, recuperata la coscienza, è stata in grado di denunciare l'omicida alla polizia.
La vicenda, rivelata solo oggi dalle forze dell'ordine, è solo uno dei tanti esempi delle violenze che i paria subiscono dai membri delle caste superiori, che non li considerano esseri umani a pieno titolo e li ritengono un bersaglio facile.
Il fenomeno è particolarmente grave nello Stato dell'Uttar Pradesh, in particolare nel distretto di Unnao. Nel dicembre 2019 un parlamentare regionale del Bjp, il partito del premier Narendra Modi, fu condannato all'ergastolo per aver violentato due anni prima a Unnao un'adolescente il cui padre era stato nel frattempo percosso a morte dai seguaci del politico.
Ancora a Unnao, lo stesso anno, un'altra donna era stata bruciata viva mentre si recava a denunciare gli uomini che l'avevano violentata. Lo scorso settembre un'altra giovane dalit era stata stuprata e ridotta in fin di vita in un villaggio dell'Uttar Pradesh da membri di caste superiori.
Morta dopo settimane di agonia, la ragazza fu cremata dalla polizia senza che la famiglia avesse la possibilità di tenere un funerale. La violenza nei confronti delle donne e dei dalit è un problema endemico in India, dove solo nel 2018 sono stati denunciati 33.977 stupri.
Il numero reale sarebbe però molto più alto, dal momento che le donne, soprattutto quelle appartenenti alla casta più bassa, hanno il giustificato timore di essere uccise dai loro aguzzini.