Le autorità congolesi erano le uniche responsabili della sicurezza della missione in cui era impegnato l'ambasciatore italiano a Kinshasa, Luca Attanasio. Lo apprende l'Agi da fonti qualificate che hanno anche sottolineato come il diplomatico ucciso ieri in un attacco su una strada nel parco del Virunga fosse partito venerdì scorso per un giro di ispezione delle attività compiute dalle organizzazioni umanitarie nel Paese che si sarebbe dovuto concludere domani, mercoledì. In particolare Attanasio stava verificando lo stato di attuazione di un programma di school-feeding: la fornitura di generi alimentari alle scuole della regione.
Ma come funziona la sicurezza in Paesi come la Repubblica democratica del Congo? Si è spesso associata la missione in cui era impegnato l'ambasciatore Attanasio a quella dei caschi blu della Monusco, ma le due cose vanno tenute ben distinte, evidenziano le fonti.
Sebbene la Monusco sia una missione militare Onu con il compito di stabilizzare il Paese, questa non ha competenza sulla sicurezza di missioni di altro tipo, come per l'appunto quelle del Programma alimentare mondiale. La sicurezza del personale del Wfp e delle sue attività ricade sotto la Undss, il Dipartimento di sicurezza e protezione che fornisce servizi professionali di sicurezza e protezione per consentire alle Nazioni Unite di portare avanti i propri programmi a livello globale. L'Undss è guidato dal canadese Gilles Michaud e riferisce direttamente al Segretario generale.
Ogni missione, poi, ha il suo responsabile per la sicurezza che raccoglie informazioni sul campo utili, ad esempio, a conoscere quali aree sono più a rischio, quali strade sono pericolose e dove agiscono gruppi armati o ci sono pericoli per il personale.
Ma la responsabilità ultima della sicurezza - come l'assegnazione di scorte armate - spetta alle autorità locali.