AGI - L'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, e un carabiniere della scorta, Vittorio Iacovacci, sono morti In un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite nel parco dei Virunga, nella parte est del Paese.
Il diplomatico italiano è rimasto coinvolto in un'imboscata condotta da miliziani armati contro mezzi dell'Onu in transito su una strada a nord della città di Goma, capoluogo della provincia orientale congolese del Nord Kivu.
Il convoglio transitava nei pressi della città di Kanyamahoro, intorno alle 10:15 di stamattina, quando il commando armato, secondo quanto riferito da un portavoce del Virunga National Park, ha tentato di rapire alcuni membri del gruppo.
L'ambasciatore e il militare viaggiavano a bordo di una autovettura di un convoglio della Monusco, la missione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo. Nell'attacco il diplomatico è rimasto ferito gravemente e poco dopo è deceduto. Con lui e il un carabiniere e l'autista che faceva parte del World Food Program. Altri passeggeri che viaggiavano con la delegazione sono stati feriti nel corso dell’attacco su una strada che era stata precedentemente dichiarata sicura per viaggi senza scorte di sicurezza.
La delegazione era partita da Goma ed era in viaggio diretta in visita ad un programma di alimentazione scolastica del WFP a Rutshuru quando l’attacco ha avuto luogo.
I rangers del parco sono intervenuti per cercare di proteggere il gruppo ma senza successo. Solo un mese fa, erano rimasti uccisi nella stessa zona sei rangers: in quel caso, responsabile dell'attacco era stato il Mai-Mai, una milizia armata che rivendica la difesa del territorio contro altri gruppi armati.
La matrice dell'attacco di oggi non è ancora chiara sebbene circoli con forza l'ipotesi di un tentativo di rapimento di personale Onu.
Unico diplomatico italiano a Kinshasa, Attanasio, era nato a Saronno (Varese) nel 1977 ed era nella Repubblica democratica del Congo dal 5 settembre del 2017, quando era stato nominato capo missione. Il 31 ottobre del 2019 era stato confermato in qualità di ambasciatore straordinario plenipotenziario. Era sposato e padre di tre bambine.
Laureato con Lode all’Università Commerciale Luigi Bocconi mel 2001, dopo un breve percorso professionale nella consulenza aziendale e un Master in Politica Internazionale aveva intrapreso la carriera diplomatica nel 2003.
Alla Farnesina era stato assegnato alla direzione per gli Affari economici, ufficio sostegno alle imprese, poi alla segreteria della Direzione generale per l’Africa. Successivamente era stato Vice capo segreteria del Sottosegretario con delega per l’Africa e la Cooperazione Internazionale.
All’estero era stato capo dell’ufficio economico e commerciale presso l’Ambasciata d’Italia a Berna (2006-2010) e Console Generale reggente a Casablanca, Marocco (2010-2013).
Nel 2013 era rientrato alla Farnesina dove aveva ricevuto l’incarico di capo segreteria della direzione generale per la Mondializzazione e gli Affari Globali.
Ritornato in Africa, era stato primo consigliere nell’Ambasciata di Abuja, in Nigeria nel 2015.
Lo scorso ottobre era stato insignito del Premio Internazionale Nassiriya per la Pace 2020: un premio che riconosceva "il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli" e "per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari distinguendosi per l'altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficolta'".
Il giovane diplomatico aveva condiviso il premio con la moglie, Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell'associazione umanitaria "Mama Sofia" che opera nelle aree più difficili della Repubblica democratica del Congo, lavorando con bambini e giovani madri. "Non si può essere ciechi davanti a situazioni difficili che hanno come protagonisti i bambini", aveva spiegato in quella occasione Zakia. "È necessario agire per dare loro un futuro migliore. Cerchiamo, nel nostro piccolo, di ridisegnare il mondo".
"Ricordiamo l’Ambasciatore come uomo di rara disponibilità e umanità che dimostrò proprio 3 anni fa seguendo personalmente il non facile iter di uscita dal Congo di alcuni giovani e bambini e bambine del Paese per venire in Italia a raccontare le loro storie nella nostra trasmissione "Prodigi - La Musica è vita", ricorda l'Unicef.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha appreso la notizia mentre era al Cae a Bruxelles e dopo aver informato i colleghi Ue dell'accaduto è partito subito per far rientro a Roma, in anticipo rispetto al previsto.
L'omicidio dell'ambasciatore italiano in Congo ha un precedente che risale al 2 novembre del 1990 quando venne ucciso nel corso di una rapina l'ambasciatore Daniele Occhipinti, 49 anni, in un ristorante della Costa d'Avorio, nell'Africa occidentale. Occhipinti era divenuto ambasciatore italiano in Costa d'Avorio da appena sette mesi.
Due uomini armati fecero irruzione nel ristorante libanese L'Oriental, in un quartiere malfamato di Abidjan, e forse a causa della reazione di uno dei presenti fecero fuoco uccidendolo mentre stava consegnando ai banditi il proprio orologio e portafogli.