AGI – In occasione della giornata europea per la parità retributiva fra donne e uomini, una nuova campagna è stata lanciata dal Partito socialista europeo, con l’hashtag #MakeHerCount. Nell’Unione europea il divario delle retribuzioni è ancora superiore al 14%, sottolinea una nota delle donne del Pse, che ricorda che il giorno è simbolico di quando, dopo 50 giorni di lavoro "non retribuito" per le donne, si torna al livello dei colleghi maschi.
“E’ necessario un aumento di stipendio per le lavoratrici europee – dichiara la presidente ungherese delle donne socialiste Zita Gurmai – Sono in prima linea nella lotta alla pandemia ed è giunta l’ora che il loro lavoro sia riconosciuto e retribuito adeguatamente. Garantire salari equi in tutta Europa è una priorità per la famiglia socialista”.
Secondo Gurmai, la necessità di una risposta collettiva alla pandemia è l'occasione di ripensare alla società puntando alla parità di genere.
La campagna #MakeHerCount presenta storie reali di lavoratrici in prima linea di tutta Europa, come Noora - un'infermiera per anziani dalla Finlandia, Anna - un'infermiera pediatrica dalla Germania e molti altri. Nei video della campagna, le donne raccontano in che modo la pandemia ha influenzato l'equilibrio tra lavoro e vita privata, come il loro lavoro viene riconosciuto e remunerato e che cosa vorrebbero che cambiasse.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, le donne che rappresentano il 70% degli operatori sanitari nel mondo guadagnano in media l’11% in meno rispetto ai colleghi uomini.
In Europa, le donne rappresentano il 58% di tutti coloro che percepiscono un salario minimo. Una delle principali ragioni di questo fenomeno è la cosiddetta “segregazione orizzontale”, ovvero il fatto che più donne che uomini tendono a lavorare in settori a bassa retribuzione.
La campagna voluta dalle donne del Pse, il secondo gruppo politico rappresentato all'Europarlamento dopo il Ppe, punta a promuovere il miglioramento delle competenze, l’apprendistato permanente, la lotta agli stereotipi.