AGI - In Francia le autorità sono alla ricerca di 1.500 alberi antichi, tra 150 e 200 anni, l'equivalente di 2 mila metri quadri di foreste, da utilizzare per ricostruire il tetto e la guglia della cattedrale Notre Dame, distrutta nell'incendio del 15 aprile 2019.
Esperti stanno setacciando le foreste in cerca di querce secolari da utilizzare per tirare su una nuova struttura e una nuova guglia a 96 metri, identica a quella realizzata nel 1859 dall'architetto Eugène Viollet-le-Duc. Dopo il devastante incendio, il presidente Emmanuel Macron si era impegnato a far ricostruire la cattedrale medievale, fondata 850 anni fa, entro il 2024.
Sin da subito l'importante cantiere di Notre Dame - uno dei monumenti simbolo di Parigi, della Francia e della storia dell'Europa - è stato oggetto di accesi dibattiti sulle tecniche da mettere in campo e sullo stile da scegliere.
Alla fine le autorità hanno escluso l'ipotesi di "un intervento contemporaneo", optando per una ricostruzione identica alla basilica d'origine, motivo per cui ora la prossima sfida è quella di riuscire a trovare un numero sufficiente di alberi secolari che abbiano un diametro di 50-90 cm e un'altezza tra 8 e 14 metri. Il tetto della cattedrale conteneva cosi' tante travi di legno che fu chiamato la foret, ovvero la foresta.
Il supporto del tetto comprendeva 25 strutture triangolari alte 10 metri e larghe 14 metri alla base, poste sopra le volte in pietra della navata. Gli alberi prescelti dovranno essere abbattuti entro la fine di marzo, prima che la linfa si alzi, altrimenti il legno sarà troppo umido.
Prima di essere tagliati in travi, i tronchi saranno lasciati asciugare per un massimo di 18 mesi. Tempi lunghi che rischiano di ritardare ulteriormente i lavori di ricostruzione - che non dovrebbero riprendere prima di inizio 2022 - dopo essere rimasti fermi per un lungo periodo, prima a causa delle polveri di piombo rilasciate nell'atmosfera e poi per la pandemia.
"Si tratta di un patrimonio forestale antico, non alberi di 20 anni, ma quelli molto vecchi, comprese le piantagioni ordinate da ex re per costruire navi e garantire la grandezza della flotta francese", ha spiegato al quotidiano Le Parisien Dominique de Villebonne, responsabile dell'Ufficio nazionale delle foreste (Onf).
A quanti temono per il futuro delle foreste francesi, de Villebonne ha assicurato che "oltre a lasciare a lungo in piedi altri alberi, ne stiamo anche piantando di nuovi in modo che le generazioni future possano creare le proprie opere eccezionali". Alcuni proprietari di foreste private si sono offerti di donare alberi al progetto di ricostruzione.