AGI - Donald Trump ha esortato il partito repubblicano a scaricare Mitch McConnell come leader della minoranza al Senato. Il senatore Gop, nonostante abbia votato per l'assoluzione dell'ex presidente, è finito nel mirino per aver sostenuto che l'ex capo della Casa Bianca è "praticamente e moralmente responsabile" per l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio.
"Senza il mio endorsement, avrebbe perso", ha sostenuto Trump nella dichiarazione, ricordando come McConnell lo abbia "implorato" per avere il suo "forte sostegno" prima delle elezioni.
"Il partito repubblicano non potrà mai essere rispettato o essere forte con 'leader' politici come il senatore Mitch McConnell alla sua guida", ha sottolineato Trump in una nota. "Mitch - ha aggiunto - è un politico austero, scontroso e senza sorrisi, e se i senatori repubblicani rimarranno con lui, non vinceranno più". "Non farà niente di quello che va fatto, o quello che è giusto per il Paese".
"Quando sarà necessario e appropriato, sosterrò rivali alle primarie che sposino Making America Great Again e la nostra politica di America First", ha minacciato Trump, sottolineando il bisogno di "una leadership brillante, forte, premurosa e compassionevole".
L'ex presidente ha dettato il suo duro comunicato da cui, secondo il sito 'Politico', sarebbero stati tolti alcuni passaggi più pesanti, tra cui un riferimento al doppio mento del senatore.
Il consigliere personale, Jason Miller, che ha redatto la versione finale, ha ammesso il fatto che la dichiarazione sia stata attenuata ma ha negato che nella versione originale ci fossero riferimenti all'aspetto fisico del senatore.
Dietro il duro attacco di Trump ci sarebbe anche l'intenzione di McConnell di tenere l'ex presidente alla larga dallo scegliere i candidati repubblicani in vista delle elezioni di midterm previste per il 2022.
"Alcuni potranno piacergli - avrebbe detto il senatore - altri no, ma l'unica cosa che mi interessa è che abbiano la possibilità di essere eletti". L'intervento di Trump è destinato a produrre una spaccatura all'interno dei repubblicani, divisi tra chi è legato a McConnell e alla vecchia guarda del partito, e chi è pronto a seguire l'altro leader, Lindsey Graham, che invece si è schierato apertamente con Trump.
Ma segna anche, in modo definitivo, la fine di un'alleanza che fino a un anno fa, con l'assoluzione in Senato nel primo impeachment, era parsa d'acciaio. McConnell era considerato il granitico garante dell'ex presidente. Ora è diventato il suo nemico numero uno.