AGI - "Se vuoi la pace, prepara la guerra": ha fatto ricorso alla saggezza latina il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, per avvertire che Mosca e' pronta a rompere i rapporti con l'Unione europea, in caso di nuove sanzioni.
L'Ue ha ventilato la prospettiva dopo quello che sta succendo a Mosca al leader dell'opposizione in carcere, Aleksei Navalny. Lavrov ha risposto che non tollererà sanzioni che rappresentino una minaccia per l'economia del Paese: "Se vediamo di nuovo, come abbiamo sperimentato più di una volta, che le sanzioni vengono imposte in aree che mettono a rischio la nostra economia, compresi i settori sensibili, sì", siamo pronti a rompere.
"Non vogliamo isolarci dalla vita mondiale, ma dobbiamo essere preparati. Se vuoi la pace, preparati alla guerra". Poco dopo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha cercato di correre ai ripari spiegando che le parole erano state rilanciate fuori contesto; ma ha aggiunto che la scorsa settimana al Parlamento europeo si sono levate voci che "preoccupano".
Le parole di Lavrov arrivano dopo la turbolenta visita in Russia, la scorsa settimana, dell'alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, durante la quale Mosca ha espulso tre diplomatici europei che avrebbero partecipato alle manifestazioni dell'opposizione. Borrell non ha escluso la possibilità di nuove sanzioni, cosa che sarà studiata nella prossima riunione dei ministri degli esteri dell'Ue e affrontata dai capi di Stato e governo dei Ventisette al vertice di marzo.
A Mosca intanto oggi gli avvocati di Navalny hanno presentato appello per la condanna a tre anni e mezzo di carcere inflittagli il 2 febbraio per un vecchio procedimento penale di frode e riciclaggio di denaro: dovrà scontare due anni e otto mesi di carcere, dato che era già agli arresti domiciliari da dieci mesi e ora si trova in detenzione preventiva. E Navalny, che ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di aver ordinato il suo avvelenamento, ha affrontato una nuova udienza nel processo per diffamazione di un veterano della seconda guerra mondiale di 95 anni, una denuncia che ritiene sia fabbricata ad arte per screditare la sua immagine.
Oltre a una pena detentiva massima di cinque anni, l'oppositore potrebbe essere costretto a pagare fino a 5 milioni di rubli (56 mila euro) di multa. Il veterano era stato utilizzato come testimonial durante la campagna per il referendum costituzionale: il referendum approvato lo scorso 1 luglio, con cui Putin si è assicurato la possibilità di correre per altri due mandati, con la prospettiva di restare al potere fino al 2036. Navalny si è difeso sostenendo di non aver mai conosciuto Artemenko, quindi di non aver potuto diffondere fatti falsi su di lui, una calunnia, appunto.
Ma ha ripetuto quello che pensa: ovvero che considera "lacche'" e "traditori" tutti coloro che hanno partecipato alla campagna per promuovere gli emendamenti alla Costituzione tanto voluta da Putin. La prossima udienza si terrà il 16 febbraio e per lui non si preannuncia nulla di buono.