AGI - Il vaccino Oxford/AstraZeneca offre un'efficacia di appena il 10% contro la variante sudafricana del Covid-19: è il dato rilevato dall'Università di Oxford insieme a ricercatori dell'University of the Witwatersrand. Secondo i ricercatori, che hanno condotto uno studio su piccola scala, il vaccino mostra un'efficacia molto contenuta contro infezioni da lieve a moderata; gli scienziati confidano tuttavia che - in teoria - il vaccino dell'azienda anglo-svedese possa ancora offrire comunque una protezione significativa contro i casi più gravi.
Lo studio è stato svolto su un gruppo di 2.000 pazienti, per lo più giovani e in buona salute. "Sono notizie molto deludenti", ha commentato Shabir Madhi, docente dell'Università di Witwatersrand. "Voglio sottolineare - ha aggiunto - che i due terzi dei contagiati coinvolti nello studio presentavano sintomi lievi e un terzo sintomi moderati. Lo studio non spiega se il vaccino protegga contro i sintomi gravi".
Il Sudafrica è di gran lunga la nazione africana più colpita dalla pandemia, con 1.476.135 contagi e 46.290 decessi. Una ridotta efficacia del siero AstraZeneca è una pessima notizia anche per gli altri Paesi del continente, e non solo per la maggiore possibilità di assistere alla diffusione della mutazione sudafricana. Il farmaco di AstraZeneca, del quale stanno venendo prodotte miliardi di dosi non a scopo di lucro, è infatti quello su cui più contano le campagne vaccinali dei Paesi in via di sviluppo, lasciati ai margini nella corsa mondiale alla prenotazione dei sieri di Pfizer e Moderna.
L'Organizzazione mondiale della Sanità ha intanto convocato un gruppo indipendente di studio per valutare i dubbi sull'efficacia del vaccino di AstraZeneca contro la variante sudafricana. Tali dubbi hanno indotto le autorità di Pretoria a sospendere l'inoculazione del siero. Uno stop "temporaneo" in attesa di "studiare il prossimo passo", ha spiegato il ministro della Sanità sudafricano, Zweli Mkhize.
È un duro colpo per il Sudafrica, dove la variante denominata 501Y.V2, più contagiosa del 50% rispetto al ceppo originario del virus, è diventata dominante. Pretoria ha infatti a disposizione al momento solo il milione di dosi del vaccino di AstraZeneca prodotte dal Serum Institute indiano e dovrà attendere l'arrivo dei primi lotti dei sieri Pfizer/BioNTech e Johnson&Johnson per poter avviare la campagna vaccinale sul personale sanitario, la cui partenza è finora confermata entro la fine del mese.