AGI - Un altro mese e mezzo di detenzione per Patrick Zaki, il 28enne studente egiziano accusato della pubblicazione di post critici verso il governo egiziano. "Meno di due ore dopo la fine dell'udienza" in Egitto per la scarcerazione di Patrick Zaki, "i giornali egiziani hanno iniziato a diffondere la notizia che la detenzione di Patrick è stata rinnovata per 45 giorni, ma gli avvocati di Patrick non sono ancora stati informati ufficialmente della decisione", ha riferito la pagina Facebook 'Patrick Libero' che si occupa di tenere alta l'attenzione sul caso del giovane studente egiziano dell'Universita' di Bologna, in carcere dal 6 febbraio 2020. "Dovremmo sapere entro domani se è effettivamente vero che un giornale ha conosciuto la decisione prima degli avvocati di Patrick. Continuiamo a sperare che queste notizie esasperanti non siano vere e che Patrick non resti piu' di un anno in detenzione", conclude il post.
L'udienza al Cairo
Si è tenuta alla corte penale del Cairo l'udienza sul rinnovo della detenzione di Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna detenuto da quasi un anno in Egitto con l'accusa di propaganda sovversiva.
La Farnesina ha fatto sapere che "attraverso la sua Ambasciata al Cairo, ha continuato negli ultimi giorni a sensibilizzare le Autorità locali sul caso al fine di favorire la pronta scarcerazione del giovane studente". L’udienza, si legge nella nota del ministero degli Esteri, "si è svolta regolarmente alla presenza dell’interessato e dei suoi legali". "Era altresì presente un funzionario dell’Ambasciata italiana nell’ambito del programma di monitoraggio processuale coordinato dall’Unione Europea. L’esito dell’udienza è atteso nella giornata di domani. Al momento si tratta dell’unico caso che viene costantemente monitorato da un gruppo di Paesi stranieri grazie all’iniziativa italiana", spiega ancora la nota della Farnesina.
Il caso
Patrick George Zak si era trasferito a Bologna più di un anno fa per il suo dottorato. Il 9 febbraio 2020, mentre tornava nella sua città natale Mansoura, era stato arrestato all'arrivo in aereo al Cairo senza apparenti motivi. Solo successivamente le autorità egiziane lo avevano informato di essere accusato di propaganda sovversiva. L’accusa è di aver pubblicato notizie false con l’intento di disturbare la pace sociale, di aver incitato proteste contro l’autorità pubblica, di aver sostenuto il rovesciamento dello stato egiziano, di aver usato i social network per minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica, e di aver istigato alla violenza e al terrorismo: tutte accuse che in Egitto di solito sono rivolte a dissidenti o persone critiche verso il governo.