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AGI -Per la seconda volta in meno di un anno, i democratici Usa hanno presentato al Senato una accusa di impeachment contro Donald Trump, attivando così un nuovo processo politico, questa volta per "istigazione all'insurrezione", per l'assalto al Congresso del 6 gennaio. Trump è il primo presidente della storia americana ad essere stato messo formalmente sotto accusa per due volte in un mandato. Sarà anche la prima volta nella storia di un processo al Senato contro un ex presidente.
Nell'articolo di cinque pagine inviato al Senato dalla speaker della Camera Nancy Pelosi, Trump, definito una "minaccia per la democrazia e per la Costituzione", è accusato di aver "messo in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e delle sue istituzioni", di aver "minacciato l'integrità del sistema democratico incitando alla violenza contro il governo Usa" e di aver "ostacolato una pacifica transizione dei poteri". Il processo in Senato, su richiesta del leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell, inizierà l'8 febbraio e Trump avrà così tempo per preparare la sua difesa, mentre la camera alta potrà confermare le nomine di governo del presidente, Joe Biden.
A presiedere il processo non sarà il giudice capo della Corte Suprema John Roberts, ma il presidente pro tempore della Camera Alta, Patrick Leahy. I 9 manager dell'impeachment, i membri del Congresso che agiranno come procuratori, sono comparsi in Senato e uno di loro Jamie Raskin, ha letto l'intero capo di imputazione contro Trump, approvato dalla Camera il 13 gennaio, una settimana dopo l'assalto. Una condanna comporterebbe l'inibizione dalla politica, che impedirebbe a Trump di candidarsi alle elezioni del 2024.
Il futuro politico di Trump è, quindi, nelle mani dei 50 senatori del suo partito, che potrebbero individuare nella condanna un modo per sbarazzarsi del magnate, o interpretarla come una punizione dalla base repubblicana. Una condanna richiede la maggioranza di due terzi (almeno 67 voti), un numero che al momento sembra improbabile. Il processo di impeachment a Trump "penso che vada fatto", ha commentato Biden, in una breve intervista alla Cnn. Biden ha riconosciuto che l'impeachment potrebbe provocare effetti alla attuazione della sua agenda legislativa e sulla conferma al Senato dei suoi candidati al governo, ma - ha sottolineato - avrebbe "un effetto peggiore se non si facesse".
Il presidente tuttavia non crede al voto favorevole di 17 reepubblicani: ""Il Senato è cambiato da quando c'ero io, ma non è cambiato molto", ha detto. Secondo il New York Times, 27 repubblicani hanno già detto che sosterranno Trump, mentre 16 decideranno durante il processo e altri 7 non hanno espresso un parere. Tra coloro che hanno lasciato la porta aperta alla condanna c'è McConnell.
Negli ultimi giorni molti repubblicani hanno abbassato i toni nei confronti di Trump. Nella votazione del 13 gennaio alla Camera, 10 repubblicani (inclusa la numero 3, Liz Cheney) si sono uniti alla maggioranza democratica per far passare l'impeachment. I democratici che agiranno come pubblici ministeri non hanno ancora rivelato quale sarà la loro strategia di impeachment, anche se i media locali hanno sottolineato che parleranno in prima persona della loro esperienza personale. I sostenitori di Trump presero d'assalto Capitol Hill dopo un discorso del presidente che secondo l'accusa "ha provocato un'insurrezione".
Il pesante bilancio fu di cinque morti, tra cui un agente di polizia. Nell'articolo di impeachment sono citate anche le "false" accuse di "elezioni truccate che non dovevano essere accettate e certificate", per le quali l'ex presidente non ha mai riconosciuto la sconfitta. Trump intanto ha aperto un nuovo ufficio in Florida, a Palm Beach, dove risiede da quando ha lasciato la Casa Bianca, che gestirà la sua comunicazione.
L'"Ufficio dell'ex presidente", che dopo l'assalto al Congresso è stato bandito da Twitter e da altre piattaforme social, si occuperà di divulgare comunicati stampa, amministrare la sua corrispondenza e la sua partecipazione ad eventi pubblici. Il nome dato all'ufficio sembra escludere una nuova candidatura di Trump alla presidenza nel 2024, come anticipato all'Agi dal suo amico Christopher Ruddy, patron di Newsmax.
Nel primo processo di impeachment, nel febbraio 2020 il Senato ha assolto Trump, accusato di aver fatto pressioni sul governo ucraino affinché indagasse sull'attuale presidente, Joe Biden, per presunta corruzione. In quell'occasione solo un repubblicano, Mitt Romney, votò contro il presidente.