AGI - Sono ancora vivi e sono riusciti a far arrivare un messaggio all'esterno i minatori rimasti intrappolati in una miniera d'oro dello Shandong, nel nord-est della Cina. "Non smettete di cercarci", si legge in un biglietto fato arrivare ai soccorritori sette giorni dopo l'esplosione che, il 10 gennaio, ha danneggiato l'uscita e il sistema di comunicazione della miniera. In realtà a scrivere sono 12 dei 22 minatori che mancano all'appello e di una decina di operai mancano ancora notizie.
"Siamo tutti esausti e abbiamo bisogno urgente di medicine. Fintanto che le ricerche non si fermeranno avremo speranza", prosegue il gruppo da oltre una settimana sottoterra, nella località di Qixia, e che ringrazia anche quanti si stanno adoperando per trarli in salvo. I soccorritori hanno ricevuto il biglietto attraverso un canale scavato tra la superficie e il tunnel in cui si trovano, un canale usato per inviare cibo e generi di conforto agli uomini intrappolati sottoterra.
La situazione è difficile: i tunnel sono pieni di fumo a causa della scarsa ventilazione, scrivono i minatori, e sono soggetti ad allagamenti. Nelle ultime ore i soccorritori sono riusciti anche a istituire una linea telefonica con gli uomini rimasti intrappolati nella miniera, ed è stata effettuata la prima chiamata.
Sono quasi 450, distribuiti in 14 squadre, i soccorritori che stanno lavorando per salvare i minatori di Qixia. L'incidente ha provocato molte polemiche, in Cina: la società che gestisce la miniera, la Shandong Wucailong Investment Company, è stata fortemente criticata per il ritardo di trenta ore nel riferire dell'episodio, e sia il segretario locale del Partito Comunista, Yao Xiuxia, che il sindaco di Qixia, Zhu Tao, sono stati rimossi dagli incarichi venerdì scorso per il loro ruolo nella tardiva comunicazione dell'incidente.