AGI - La campagna vaccinale globale contro il nuovo coronavirus incontra una temporanea battuta d'arresto. Gli interventi necessari a Pfizer per aumentare la capacità produttiva del siero sviluppato insieme alla tedesca BioNTech porterà dalla prossima settimana a una riduzione delle consegne nei Paesi clienti. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha rassicurato gli Stati membri sottolineando che simili ritardi sono normali e accadranno anche in futuro. Un aiuto potrebbe arrivare dalla francese Sanofi che, in forte ritardo nello sviluppo del suo vaccino anti-Covid, potrebbe mettere a disposizione i suoi stabilimenti per produrre il farmaco di Pfizer/BioNTech.
"La riduzione temporanea riguarderà tutti i Paesi europei", ha precisato l'Istituto norvegese di Salute Pubblica (Fhi), al quale l'azienda statunitense ha notificato nelle scorse ore l'intoppo. "Non è ancora chiaro quanto tempo occorrerà esattamente prima che Pfizer raggiunga una capacità di produzione massima, che salirà da 1,3 a 2 miliardi di dosi" all'anno, hanno avvertito da Oslo.
Le consegne del siero Pfizer/BioNTech "avranno dei ritardi nelle prossime 3 a 4 settimane a causa dei lavori in corso nello stabilimento di Puurs, in Belgio, dove le dosi vengono prodotte", ha poi reso noto il ministero della Salute tedesco precisando che "la Commissione Ue e, attraverso essa, gli Stati membri dell'Ue, sono stati informati con un breve preavviso che Pfizer non sarà in grado di rispettare pienamente le quantità di vaccino promesse".
Il raddoppio degli ordini mette pressione
Bruxelles lo scorso gennaio aveva annunciato di aver esercitato l'opzione per raddoppiare da 300 milioni a 600 milioni le dosi del farmaco richieste a Pfizer, un numero sufficiente a vaccinare 300 milioni di persone, dal momento che l'immunizzazione richiede l'inoculazione di due dosi. Entro il secondo trimestre è prevista la consegna di un totale di 75 milioni di dosi ai Paesi Ue. Al momento, ne sono state inoculate 4,2 milioni. I ritardi riguardano anche il Canada, che ha annunciato "temporanei" rallentamenti nelle consegne. Alla pressione sulla capacità produttiva della multinazionale farmaceutica si aggiungono poi gli Stati Uniti, che lo scorso 23 dicembre avevano raddoppiato da 100 milioni a 200 milioni il numero di dosi del siero ordinate a Pfizer. Il presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden, ha inoltre l'ambizioso obiettivo di somministrare 100 milioni di dosi nei primi 100 giorni del suo mandato.
"A seguito delle notizie sui ritardi nella consegna sui vaccini ho chiamato immediatamente l'amministratore delegato di Pfizer, che mi ha spiegato che c'è un po' di ritardo per la prossima settimana, ma mi ha anche assicurato che tutte le dosi ordinate per il primo trimestre saranno consegnate nel primo trimestre", ha dichiarato Von der Leyen in conferenza stampa, "e mi ha assicurato che il ritardo sarà ridotto al massimo".
La svolta arriverà con il sì ad AstraZeneca
"Non è la prima volta che la compagnia ci comunica dei ritardi, è normale visto la velocità con cui abbiamo completato tutto il processo", ha aggiunto la presidente della Commissione, "sono ritardi che tenevano nel conto e ce ne saranno anche in futuro. Sono problemi che avvengono quando si lavora a questa velocità, "ci aspettiamo che il calendario di consegne venga rispettato". I ministri di Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia e Svezia hanno intanto scritto una lettera congiunta alla Commissione esprimendo "seria preoccupazione" nei ritardi, parlando di una situazione "inaccettabile" che mina la "credibilità del processo di vaccinazione".
Sebbene Bruxelles abbia ordinato anche 160 milioni del vaccino di Moderna (che ha però un rapporto privilegiato con gli Usa, avendo beneficiato dei finanziamenti dell'Operazione Warp Speed), il momento della svolta arriverà solo con il via libera dell'Agenzia del Farmaco (Ema) al siero sviluppato da AstraZeneca e dall'università di Oxford. L'autorizzazione è prevista "a fine mese", ha aggiunto Von der Leyen, in seguito "molto presto" arriverà anche il siero Janssen della Johnson&Jonson.
Nel frattempo, Sanofi e il governo francese stanno studiano la possibilità di utilizzare gli stabilimenti del gruppo transalpino per produrre di Pfizer-BioNTech e Janssen, ha reso noto il ministro per l'Industria francese, Agnes Pannier-Runacher.